Una nuova stagione si prospetta all’orizzonte, una nuova alba per il Torino Football Club e la speranza di tornare ad essere protagonista è sempre viva, nella società forse, ma nei tifosi certamente. Il tecnico Paolo Vanoli è chiamato a far dimenticare le ultime annate granata che, sicuramente, non hanno acceso alcuna fiamma di passione
Il nono posto finale della scorsa stagione non dà la possibilità al Torino di partecipare alle coppe europee e questa è, purtroppo, la normalità per la squadra piemontese. Riferendoci infatti alla sola gestione Cairo che, dal 31 agosto 2005 ne è Presidente e, seppur indirettamente, proprietario, i granata sono riusciti a partecipare alle coppe europee soltanto in due occasioni e non per propri meriti, nel 2014/2015 per l’esclusione del Parma e nel 2019/2020 per l’esclusione del Milan. Nella prima stagione della gestione dell’editore, il Torino conquista la promozione in Serie A (2005/2006), ma al termine della stagione 2008/2009 retrocede in Serie B dove resterà per 3 stagioni prima della risalita, al termine della stagione 2011/2012, nella massima serie. Naturalmente il mercato è ancora agli inizi e, comunque, l’ossatura della squadra è di quelle che danno certezze a partire dal portierone Vanja Milinković-Savić divenuto una vera e propria saracinesca, dimostrandolo ampiamente nella scorsa stagione, nella quale è riuscito a portare a casa ben 18 clean sheet; a Samuele Ricci che ha grande considerazione come uno dei prospetti migliori del calcio italiano; a Nikola Vlašić che sembra avere il gradimento del nuovo tecnico granata per la sua qualità di sapersi adattare a diversi ruoli in attacco; a Duván Zapata un centravanti completo sia fisicamente che tatticamente, un asso da schierare con qualsiasi modulo tattico. Sicuramente una grande perdita per il mondo granata è quella del vice capitano Alessandro Buongiorno che vestirà la casacca azzurra del Napoli dalla prossima stagione. E’ tutto definito con il club partenopeo, anche nei minimi dettagli tra i due club, la clausola rescissoria di 70 milioni a partire dal 2027 per il giocatore e oggi le visite mediche a Roma. Vanoli, in attesa del mercato in entrata, ha già di che essere soddisfatto del materiale umano a disposizione e questo infatti non è quasi mai stato il problema del Toro. Sicuramente serve capire dove sia la lacuna granata che impedisce di emergere e tornare ai livelli che merita. Certamente non sarà possibile rivedere il “Grande Torino“, ma qualcosa in più si può fare, anzi si deve fare, perché il popolo granata non può continuare soltanto a soffrire e merita di tornare a lottare per obiettivi molto più grandi.
Nel mio lungo peregrinare per le città italiane con la Carovana della Prevenzione della Susan G. komen, sono riuscito finalmente a ritagliarmi un pomeriggio libero e ne ho approfittato per andare a visitare “Superga“. Era tutta la vita che ne sentivo parlare ed ogni volta un velo di tristezza oscurava i miei pensieri. Una storia triste, una tragedia occorsa ad una squadra vincente. Probabilmente non potrebbe esserci scenografia migliore per una storia dove “successo e tragedia” creano quel mix che resta nella mente di ognuno, non a lungo, ma per sempre! Era forte quel Torino, una squadra imbattibile, costituita da veri fuoriclasse e con la fascia di capitano e vero leader c’era Valentino Mazzola. Una formazione capace di vincere 5 scudetti consecutivi, tra il 1943 ed il 1949 ed anche una coppa Italia nel ’43 che ha significato il primo Double della storia, cioè la vittoria di scudetto e coppa Italia nella stessa stagione. Naturalmente facile intuire come l’ossatura della Nazionale di quell’epoca fosse costituita per lo più da giocatori del Toro che riuscì a portare anche 10 calciatori contemporaneamente in azzurro. In campo internazionale il Grande Torino non poté racimolare successi perché all’epoca non c’era ancora la Coppa Campioni che nacque nel 1955. Inoltre le coppe antenate di quella dalle “grandi orecchie” furono: la Mitropa Cup che però ebbe luogo dal 1927 al 1940 ed il Torino non era ancora grande; la coppa Latina che però vide il suo esordio solo nel 1949 (e sino al 1957) ed in quella edizione i granata parteciparono con la squadra Primavera, perché il 4 maggio 1949 una tragedia spazzò via per sempre il “Grande Torino“, quell’orchestra meravigliosa che calcava i campi di calcio italiani e non solo. Fu infatti di rientro da un’amichevole a Lisbona, con il Benfica, che l’aereo che riportava a casa calciatori, staff e giornalisti, si schiantò contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. Morirono tutti! L’intera squadra, titolari e riserve, tre dirigenti, due tecnici, un massaggiatore, tre giornalisti ed ovviamente pilota ed equipaggio, in tutto 31 persone. Una tragedia immane! La notizia ebbe un’eco globale e al funerale parteciparono quasi un milione di persone provenienti da tutto il mondo. Nel 2015 la FIFA ha proclamato il 4 maggio “Giornata mondiale del calcio” in ricordo della sciagura di Superga.
I caduti del Grande Torino:
Il Torino deve ora puntare all’Europa, magari non alla Champions, non all’Europa League, ma almeno alla Conference League per ridare entusiasmo all’ambiente ed ai propri sofferenti tifosi. Un compito che ora grava anche sulle spalle del nuovo allenatore Paolo Vanoli che oltre ad aver appena riportato in A il Venezia, vanta nel suo curriculum anche l’essere stato collaboratore di Ventura quando era commissario tecnico azzurro e di aver fatto parte dello staff di Antonio Conte, sia al Chelsea che all’Inter. L’esperienza insomma non manca a Mr. Vanoli che speriamo possa trovare le condizioni ottimali per fare bene e riportare in alto il club granata.
Fonti foto: Luigi A. Cerbara; ilpost.it
Luigi A. Cerbara