Il tecnico rossonero si prepara a un fine settimana non facile dopo i dissidi interni, il pareggio con il Genoa e la festa flop per i 125 anni della società
A Milano, sponda rossonera, il momento è delicato. Domenica sera si è consumato l’ultimo atto di un periodo di certo non all’altezza della storia del Milan. Appunto, la storia. I festeggiamenti andati in scena prima del match con il Genoa per i 125 anni del Diavolo hanno lasciato non poche perplessità che hanno gettato benzina sul fuoco alimentando anche le contestazioni dei tifosi. Come se non bastasse è arrivata una prestazione alquanto discutibile contro gli uomini di Vieira con ennesimi punti persi e una distanza ormai siderale in classifica dalle squadre al comando. Fischi per tutti a fine gara. Per quella che doveva essere una stagione di rinascita non delle buone premesse, se di premesse si può parlare una volta arrivati a Natale.
Alla testa della squadra un uomo ormai solo. Paulo Fonseca ha “dissato”, per usare un termine caro ai giovani, praticamente tutti nelle ultime settimane.
Se l’è presa con il mondo arbitrale dopo il match di Bergamo, come se ci fosse un disegno per favorire l’Atalanta. Un atteggiamento che da lui non avevamo mai visto, quasi fosse più attento all’operato dell’arbitro, La Penna, rispetto ai propri giocatori. Ecco, i giocatori. Dopo il match vinto in Champions League con la Stella Rossa, invece, ecco i missili verso i calciatori. Secondo il mister qualcuno non sembra remare in maniera corretta per fare il bene del Milan. In conseguenza a questo “minaccia” l’utilizzo dei giovani. Promesse mantenute. Domenica sera ecco titolari Jimenez e Liberali, Theo Hernandez in panca per tutto il match. Il giorno dopo un post criptico di Leao ha messo più di un dubbio sul futuro del tecnico portoghese. In una foto con l’esterno francese post gara ha piazzato una clessidra. Non un clima idilliaco.
Il tecnico, quindi, ne ha per tutti, o quasi. Il problema ora è che, non arrivando i risultati, sembra ormai rimasto solo.
La società? Ha detta di Fonseca lui parla sempre con i vertici del Milan. In realtà della proprietà del club rossonero nessuno sembra essersi esposto in favore dell’allenatore che continua a esprimere malumori a piacimento. La situazione però ora si fa pericolante. 14 punti dall’Atalanta prima (anche se con una partita in meno), le altre allungano e venerdì c’è un match a Verona contro una squadra assetata di punti. Inoltre l’infermeria si è appena riempita con le defezioni di Pulisic, Jovic, Loftus-Cheek, Musah e Okafor. Davanti scelte contate.
Un ambiente non certo confortante, quindi, per Fonseca. Un altro stop potrebbe portare a qualche decisione clamorosa. L’insofferenza dell’ultimo mese aggiunta a qualche dissapore con i giocatori aprirebbe a soluzioni drastiche. Occhi sui rossoneri, dunque, ora non si scherza più.
Glauco Dusso