Ecco i 3 giocatori top per altri 6 redattori
Lorenzo Marcoaldi
1 Francesco Totti
Lo ha detto praticamente ogni commentatore o giornalista che non facesse parte dell’ambiente romano: ”Descrivere il rapporto tra Totti , la sua squadra, Roma e i suoi tifosi, è qualcosa di impossibile a meno che non lo si viva”. Io sono uno di questi, fiero di essermi innamorato del calcio e della Roma grazie ai suoi colpi di classe immensa. Una bandiera, patrimonio non solo di noi romanisti, ma del calcio Italiano, l’unico ancora in attività della nostra ultima generazione di grandi campioni. Alla sua età riesce a fare ancora cose fuori dal comune, ed episodi come la recente doppietta al Torino non fanno che consacrarlo ulteriormente nell’olimpo del calcio.
2 Didier Drogba
Un altro simbolo di una squadra a cui sono molto legato e di cui ha scritto la storia europea. Se cercate sul dizionario la voce “striker” o “attaccante” o qualunque lingua vogliate usare, lui comparirà come primo sinonimo (se scorrete ancora dovreste trovare anche Zlatan Ibrahimovic). E’ l’incarnazione di tutto ciò che un attaccante dovrebbe avere: grande forza fisica e capacità di proteggere la palla, la cattiveria e la determinazione per trasformare in goal ogni pallone a sua disposizione, dribbling non appariscenti ma efficaci. Un vero rapace in area di rigore ma anche gran saltatore e infallibile di testa. L’ ho visto segnare in ogni modo: di testa, al volo, di tacco in più di qualche occasione ( anche al Real quando veniva dato per finito), da fuori e di punizione; il risultato era sempre lo stesso: palla all’angolino e portiere inerme.
3 Ronaldinho
Un giocatore “folle”, un incosciente, prodotto da non so quale esperimento. Non c’è una parte del corpo con cui non abbia accarezzato quel pallone. Per i bambini della mia generazione che lo hanno visto all’opera, lui era il simbolo per eccellenza del brasiliano, del trick e delle skills; il classico giocatore che ognuno di noi avrebbe voluto essere quando giocava ai campetti di una qualche strada o di un oratorio. In campo era un vero genio: non solo goal e assist di mirabile fattura, ma giocate impensabili, da far cadere la mascella, più da videogioco che da realtà, frutto di quella “pazzia” che farebbe infuriare ogni allenatore, che preferirebbe fosse anteposta la concretezza all’appariscenza. Il “Gaucho” invece riusciva a garantire entrambe, invitando alla sua danza quei poveri avversari, vittime di una corrida che faceva brillare gli occhi ad ogni spettatore.
1. Totti
Capitano e simbolo di Roma. Francesco Totti per un romanista non è solo un grande giocatore, bensì un ‘dio’. Per i tifosi giallorossi e non nati negli ultimi anni ’90, immaginare un calcio senza il capitano risulta difficile e traumatico, dal momento che il “pupone” ha rappresentato per loro un idolo dell’ infanzia o uno degli avversari più stimolanti. Sulla soglia dei 40 anni, il giorno del ritiro per l’eterno ragazzino si avvicina, ed ancora una volta il calcio dovrà dire addio ad una delle sue più grandi leggende.
2. Cassano
Genio e sregolatezza. Fin da ragazzo Fantantonio dimostra delle qualità incredibili, degne di un grandissimo giocatore. Il duo creato con Totti nei primi anni 2000 alla Roma ha appassionato non solo i tifosi giallorossi, ma anche quelli di tutta Italia. Purtroppo, a causa dei suoi eccentrici e sregolati comportamenti fuori dal campo, il pibe di Bari vecchia ha avuto una carriera notevolmente al di sotto delle sue possibilità, a dimostrazione di come la mentalità nel calcio serva più delle qualità tecniche.
3. Ronaldinho
Per un ragazzo nato negli ultimi anni ’90, è quasi impossibile non designare il Gaucho come uno dei giocatori più amati e ammirati nei primi anni 2000. Trequartista dalla grande tecnica individuale, giocatore completo, prolifico uomo assist e anche realizzatore eccellente, nel triennio 2004/2007, con la maglia del Barcellona, il brasiliano è stato il calciatore più forte del mondo, per poi cadere anche lui in comportamenti extra calcistici inadeguati, che ne hanno penalizzato il resto della carriera.
Federico Menichelli
1) Francesco Totti
Un calciatore che dal 1993 a oggi veste la stessa maglia, per la quale ha lottato e sudato. Una bandiera, è il cuore di noi tifosi romanisti. Mi ha regalato tantissime emozioni, fin da quando ero piccolo è sempre stato il mio idolo.
2) Fabio Grosso
Non potrò mai dimenticare il suo rigore che ci ha regalato la vittoria del Mondiale in Germania. La sua freddezza, ma soprattutto i suoi occhi a pochi secondi dalla trasformazione: ho impressa quell’immagine, di un giocatore fino a quel momento sconosciuto, che è riuscito a far unire una nazione intera.
3) Jamie Vardy
Ex operaio, quattro anni giocava nella seria dillettantistiche del calcio inglese, oggi è riuscito nell’impresa insieme al suo Leicester di ottenere il titolo di campioni della Premier League inglese. Un calciatore che in quest’annata ha sempre dato tutto in campo, dal primo al novantesimo minuto, volendo dimostrare a tutti che nel calcio non contano solo i soldi, ma può vincere anche la passione.
Luca Missori
1) FRANCESCO TOTTI: Difficile comprimere in poche righe le emozioni che mi ha dato Francesco Totti, ma ci proverò. Sono nato nel 1993, anno in cui Totti ha esordito in Serie A, sono cresciuto insieme alla sua carriera e per me la Roma è sempre stata con lui in campo. Sarà un trauma vederlo smettere il prossimo anno, ma non finirò mai di ringraziarlo per quello che ha fatto per la squadra che tifo, anche perché se sono diventato un tifoso della Roma il merito è gran parte suo.
2) FABIO GROSSO: Un semisconosciuto fino a pochi mesi prima del mondiale del 2006, ha sorpreso tutti (me compreso) regalandomi una delle gioie calcistiche più belle della mia vita. Faccio il suo stesso ruolo e pensare che un terzinaccio abbia fatto vincere una coppa del mondo all’Italia rende tutto più magico. Meglio un mese da Fabio Grosso che una vita da Lionel Messi.
3) ROBERTO CARLOS: Il giocatore della mia infanzia. Dio solo sa quante volte ho provato quella punizione irreale con la Francia, ovviamente con esiti diversi ed infausti, soprattutto per l’argenteria di casa mia. Ogni volta che vedo una sua foto o i video delle sue giocate la nostalgia si fa largo in me in maniera prepotente. Fenomeno unico nel suo genere.
Daniele Moretto
1) Francesco Totti
Difficile spiegare a parole cosa è per me Francesco Totti. Sono cresciuto con le sue prodezze e i suoi colpi di classe. Mi ha fatto innamorare della Roma e di questo sport. Rappresenta a pieno il prototipo del romano, nel bene e nel male: generoso e genuino, ma anche molto istintivo. E’ il simbolo di Roma, la leggenda del calcio italiano, il numero 10 per eccellenza, l’incarnazione perfetta dell’amore per la maglia. Basta un sua invenzione, un suo assist impossibile, un suo gol per farmi emozionare. Mi viene la pelle d’oca ogni volta che lo vedo giocare e che sento pronunciare il suo nome dallo speaker dell’Olimpico.
2) Ronaldinho
Mai visto un giocatore fare cose del genere con un pallone. Dotato di una tecnica immensa, il Gaucho ha divertito tutta la mia generazione grazie ai suoi assist, ai suoi gol e alle sue giocate mai banali. L’incubo delle retroguardie avversarie, dribblava i difensori come fossero birilli. Indimenticabile la doppietta nel Clasico del 2005 al Santiago Bernabeu. Il mago assoluto della storia del calcio mondiale.
3) Gennaro Gattuso
Basta leggere il nome per essere assaliti da un sentimento di nostalgia. Avrei potuto fare altri mille nomi data la mia fede giallorossa e visti i numerosi fuoriclasse che ci ha offerto questo sport, ma ho scelto l’ex centrocampista del Milan perché stimo la sua persona e ciò che è riuscito a dare al calcio italiano. Gattuso è l’esempio perfetto di quando il duro lavoro e i sacrifici pagano, di quanto conta la forza di volontà al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Un mastino che non lasciava agli avversari nemmeno il tempo di respirare, un leader nel campo e nello spogliatoio che, grazie alla sua grinta e al suo carisma, è riuscito a vincere tutto che un calciatore può vincere.
Fabrizio Moretto
1. Totti – Non perché è il più grande calciatore della storia della Roma, ma perché ha accompagnato tutta la mia vita calcistica. È stato come una moglie, sempre presente nel bene e nel male, e mi ha regalato emozioni irripetibili.
2. Kakà – Un giocatore emozionante. A volte sembrava vederlo volare. Movimenti leggiadri, sinuosi, a volte poetici. Quando partiva in progressione si aveva subito la sensazione che potesse segnare.
3. Thomas Muller – Chi comprerei tra lui, Ronaldo e Messi? Senza dubbio il tedesco, rappresentazione perfetta del calcio totale. Fa tutto: difende, pressa, corre, fa assist e segna. Il giocatore con la ‘cazzimm’. Ha solo 26 anni ma è protagonista ormai da quasi un decennio. Attualmente per me il migliore al mondo.