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Quarta parte – in attesa di Euro 2016 – vi sveliamo i giocatori che ci stanno più a cuore

   Tempo di lettura 9 minuti

Ecco i 3 giocatori top per 6 redattori

Fabio Ranocchiari

1. Gigi Buffon – sono passati dieci anni esatti da quando ho iniziato a conoscere il calcio; ci sono stati tanti cambiamenti, tanti vincitori, tanti sconfitti, tanti nuovi fenomeni, tanti addii, ma lui è sempre lì. Sempre più forte. Assurdo. Incredibile. Fantastico. Un punto fermo, un padre calcistico per me.

2. Ronaldinho Gaucho – oggi ci sono Neymar e Messi, ieri c’era lui che li racchiudeva entrambi in una persona sola. Con il pallone tra i piedi faceva (e fa ancora) cose dell’altro mondo. Un talento irripetibile e quel sorriso sempre stampato in faccia. Non lo scorderò mai. Ancora adesso sui social le migliori skills che girano sono le sue.

3. Paul Pogbà – essendo di fede bianconera, è una scelta obbligata; questo perché si tratta di un giocatore che incarna la Juventus stessa nel percorso degli ultimi anni: Paul, da parametro zero anonimo di cui si sapeva solamente che era stato scaricato da Ferguson, è diventato uno dei giocatori più valutati del mondo, ed è cresciuto in maniera esponenziale insieme alla sua società, risorta dalle macerie di calciopoli, fino a diventare il leader incontrastato dell’intero campionato. Imbattibile, dominante, tecnico. Come la sua squadra. Pogbà È la personificazione della Juventus.

Andrea Santella

1. Alessandro Del Piero
Il capitano per eccellenza. Amato non solo dal popolo juventino. Sono cresciuto con il suo poster sempre attaccato sul muro della mia cameretta. Di lui ho apprezzato la classe, l’impegno, l’umiltà, la saggezza ma soprattutto la voglia di non mollare mai e il sapersi rialzare ad ogni ostacolo che la vita crea.
Sarò sempre grato al mio capitano, l’unico in grado di farmi piangere dall emozione.

2. Roberto Baggio
Il mio primo ricordo calcistico è il divin codino, con quel disgraziato rigore sbagliato al mondiale di USA 94,
ma si é subito fatto perdonare grazie alle sue immense giocate e classe pure che ne hanno sancito l’appellativo di miglior giocatore della storia italiana. Sempre oggetto di critiche, cosi come Del Piero, anche lui é sempre riuscito a rialzarsi e dimostrare tutto il suo valore. Da quando Baggio non gioca non é più domenica.

3. Thomas Muller
Il calciatore tedesco del Bayern é un mio coetaneo, ha ancora tanto da giocare ma é riuscito ad entrare nella mia personale lista di giocatori preferiti. Spesso sottovalutato, il centravanti tedesco é sempre decisivo nelle partite importanti, sia con il Bayern Monaco sia con la sua nazionale. Non é dotato di una tecnica sopraffina ma è dotato di un’intelligenza tattica come pochi. Segna, fa segnare, si sacrifica per la squadra e da sempre il 100%. Un fenomeno che vive dietro le quinte.

Michele Santoro

Franco Baresi: Ricordo solo gli ultimi anni della carriera del difensore, a mio avviso, più forte della storia del calcio. Classe, carisma, umiltà e attaccamento alla maglia: bastava che alzasse il braccio, e anche il guardalinee segnalava il fuorigioco. Da inserire nei libri di storia.

Paolo Maldini: Discendente della stirpe d’oro. Vederlo giocare mi ha sempre fatto battere il cuore; leader fuori e dentro al campo. Non riesco ancora a capacitarmi di come parte della tifoseria milanista abbia potuto rovinare il suo giro di campo a San Siro durante la sua ultima partita; allo stesso modo, è uno scandalo non vederlo in società. Forse perchè non è mai voluto scendere a compromessi.

Pippo Inzaghi: Mi ha regalato i gol più emozionanti: nei derby, contro la Juve, nella finale di Supercoppa Europea contro il Siviglia, in quella di Intercontinentale contro il Boca, e soprattutto la doppietta contro il Liverpool ad Atene, in finale di Champions, per la vendetta più bella…

Andrea Simmi

1) Francesco Totti
Un rapporto strano. Lo ammiro come calciatore, non mi fa impazzire come persona, soprattutto per la gente di cui si circonda. Resta però il mio capitano e le tappe della mia vita sono scandite dalle sue gesta

2) Dennis Bergkamp
Classe, tecnica eleganza. Vederlo giocare con Henry era una delizia. Si concedeva quasi solo in casa perché non prendeva l’aereo, d’altronde le cose più belle non sono mai all’ordine del giorno.

3) Kevin Strootman
Qui si trascende il calcio. Sento di volergli bene, senza mai averlo conosciuto, senza mai averci parlato. Lo ammiro, lo apprezzo, penso che abbia un’intelligenza superiore agli altri calciatori.

Donatella Swift

1.Marco Van Basten: un vero e proprio poeta, un gigante con le caviglie di cristallo, strappato dal mondo del calcio a soli 28 anni, di lui restano indelebili per me le lacrime al giro d’addio a San Siro.

2. Ivan Gennaro Gattuso, ovvero il brutto anatroccolo che con il sacrificio e la costanza è riuscito a fare breccia nel cuore di almeno un paio di generazioni rossonere, lui che appena poco più che adolescente lasciò la Calabria alla volta della Scozia. Peccato davvero che non sia stato considerato dalla dirigenza in questi anni.
3. Franco Baresi ‘el piscinin’. Terzo in questo podio ideale, ma non certo per demerito. Quando alzava la mano a chiamare il fuorigioco sembrava dire” Se io sono qui…tu sei lì e sei in fuorigioco”. Uno dei tanti scarti dell’Inter (e per fortuna).

Emanuele Tinari

1)Alessandro Del Piero
I primi ricordi nitidi da tifoso sono riferiti al 1993, anno in cui esordì con la Juventus un ragazzino di cui tutti parlavano molto bene. Nessuno poteva immaginare che quello sarebbe diventato l’uomo dei record. L’ho visto segnare in finale di Champions, Coppa Intercontinentale, Supercoppa Europea, semifinale mondiale. Lui incarna il Calciatore. Mai una polemica, mai banale in campo e fuori, un vero capitano. La cosa che più mi rimane nel cuore però è la sua discesa in serie B. Il modo in cui ha trascinato la squadra passando da Berlino ad Arezzo lo porterò dentro di me più di ogni gesto tecnico. Poi l’ultimo regalo l’anno del primo titolo con Conte. Il gol scudetto con la Lazio più il commovente addio alla Juve nel match dei festeggiamenti contro l’Atalanta. Ogni tanto in campo lo cerco ancora con gli occhi, soprattutto quando c’è una punizione, il solo vederlo mi metteva tranquillità, mai nessuno come lui.

2) David Trezeguet
Quando è arrivato alla Juve non è che lo amassi proprio. Era stato l’autore del golden goal contro l’Italia nella finale di Euro 2000 negandoci un sogno che pochi minuti prima sembrava realizzato. Poi però con il passare delle partite l’ho amato alla follia. Partito in seconda fila, mano a mano è diventato un giocatore insostituibile. Un vero bomber, silente, letale. Per intere partite non lo vedevi, poi nel momento decisivo arrivava il suo guizzo che decideva la sfida. Alcune volte sembrava che non facesse nulla, ma la palla cercasse lui. David potrebbe scrivere dei trattati su come muoversi in area da rigore. Riusciva a fare con naturalezza tutto ciò che ognuno di noi vorrebbe fare: gol! In un mondo che va avanti con il falso nueve, lui per me incarna il vero centravanti. Con lui in campo spesso si partiva dall’1-0, perché lo sappiamo tutti…quando gioca segna sempre Trezeguet!

3)Gianluigi Buffon
Un fenomeno. Un marziano sceso per sbaglio sulla terra. Il portiere ruba l’occhio meno dell’attaccante, ma con lui il discorso è diverso. Un campionario di parate da far rabbrividire chiunque. Uno spauracchio per gli avversari, forse il giocatore più forte che abbia mai visto. Vederlo in porta ti mette una sicurezza tale che non oso immaginare cosa potrebbe essere quando si ritirerà. Se con Trezeguet si partiva spesso in vantaggio, con lui la porta è chiusa a tripla mandata. Decisivo sempre, a 38 anni è ancora il migliore del mondo, oltre ad essere il numero il più grande numero 1 della storia. Per favore clonatelo!

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