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La Nazionale Italiana di Passione del Calcio

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Vi auguro buone vacanze estive (senza sospendere completamente l’attività del sito tranquilli) con un articolo molto speciale. Visto che nella mia testa c’è ancora Euro2016 ho voluto fare un gioco, associando ogni redattore a due grandi calciatori che hanno militato dal ’68 ad oggi con la maglia azzurra. Scoprite come

Stefano Rizzo: “Libero in possesso non soltanto di una superiore visione della regia arretrata ma pure di una tecnica eccelsa”: queste parole usate per Franco Baresi, uno dei più grandi capitani di tutti i tempi, sono adatte per il nostro Editore. Comandante sontuoso che, con autorevolezza, fa scattare il fuorigioco. Riesce dove mette mano a vincere tutto: è un buono dal pugno duro come Carlo Ancelotti, viso d’angelo e cuore infuocato di calcio. Dietro la gloria, oggi la gloria, davanti la gloria. Kaiser Magno

Giorgio Rainaldi: Persona semplice, estremamente precisa, lucida, calma, che non erra praticamente mai, proprio come Giancarlo De Sisti, “tutto concretezza e pochi svolazzi”, di cui si diceva sbagliava solo un passaggio a campionato. Ha la visione totale data dalla cultura calcistica e dalla veterana esperienza nel gruppo. La sua riservatezza, discrezione e stile inimitabile lo rendono un punto di riferimento come Giuseppe Giannini, beniamino ventennale del popolo romanista. Guai a rimanerne senza… Il Principe

Antonio Pilato: Impossibile pensare alla redazione senza di lui. Uno dei più completi e rispettosi, un po’ come era il grande Alessandro Nesta in campo: forte ed elegante, veloce ma con un grande senso della posizione, abile nel gioco aereo ma anche coi piedi nell’anticipare le mosse dell’avversario. Ha inoltre un grande spirito di sacrificio e una capacità impressionante di ricoprire più ruoli come Antonio Candreva, tecnico nei modi e grintoso nella sostanza. Possibilmente da clonare subito, perchè è…La Bandiera

Carmine Abate: Determinazione, tecnica, velocità ed un bellissimo carattere rilucono nel suo sorriso, esattamente come in quello di Sandro Mazzola. Portato naturalmente alla professione, riesce con le sue serpentine a seminare gli avversari, stando sempre un passo avanti. Il viso da attore e il portamento da modello non possono che farmi pensare anche ad Antonio Cabrini, non a caso definito il bell’Antonio. Come lui è un bello che balla: non buca, colpisce, affonda e non è mai sopra le righe. Il Nobile

Giorgia Boaselli: La sua innata eleganza e raffinato savoir faire a chi mi fa pensare se non al piccolo lord/principino Claudio Marchisio? Questo non significa affatto sia frou frou, anzi…è di un’essenzialità e concisione disarmanti. D’altronde come dice lui basta essere metà principe, metà fabbro: di classe, ma semplice. Gestisce bene le situazioni come Gianluca Vialli faceva col pallone e come lui ha uno stile semplicemente inimitabile, sobrio e avvolgente. Lady Charmante

Simone Cesarei: Le fattezze fisiche e le battute sagaci e potenti ricordano Giuseppe Signori…rapido con la parole come Beppe gol con le gambe, non ha bisogno di troppa rincorsa per centrare la rete e il cuore dei lettori. Anche quando attende per impostare l’azione vengono fuori le sue spiccate qualità offensive alla Marco Parolo, le cui capacità d’inserimento sono evidenti. La maturità dagli occhi malandrini, l’ironico guizzo senza essere mai fuori posto sono sue doti esplosive. Uomo Dinamite

Giuseppina Citera: Riesce dove altri non osano arrivare per il metodo da martello pneumatico, da vera combattente in ogni angolo del campo come faceva Aldo Serena, persona dalle grandi qualità umane, umile, capace di sostenere sempre i compagni senza cadere in facili personalismi. Concentrata e corretta come Tarcisio Burgnich, considerato un modello di serietà e inamovibilità (in tutti i sensi). Lei è la vera donna-squadra che getta il cuore oltre l’ostacolo, la Roccia che non viene erosa dalla tempesta. L’inossidabile

Glauco Dusso: Integro, leale, sportivo, difende e attacca alla Giacinto Facchetti perché su lui puoi fare affidamento, non solleva mai un problema ed è un campione prima di tutto nella testa. A questo aggiunge una propensione balistica per i calci piazzati alla Gianfranco Zola: dotato di tecnica e velocità di pensiero, defilato rispetto alla caciara odierna, lontano dai riflettori, ma presente quando conta, ovvero sotto porta. E’ sempre opportuno e pertinente nei modi, nei discorsi, negli articoli. Il Tempestivo

Margot Grossi: Si lancia in tutto con una passione travolgente, una carica agonistica ed un temperamento che prende facilmente fuoco (giallorosso) alla Daniele De Rossi. E’ una sorta di satellitare che sa già la strada da percorrere e vuole fare a modo suo. Più che in tecnica eccelle in agonismo e personalità proprio come Gennaro Gattuso che non passa mai inosservato, vive di pallone e si immerge completamente in ciò che ama. Non fatela mai arrabbiare, altrimenti ringhia. La Pasionaria

Raffaele La Russa: Freddezza, costanza, riflessi pronti proprio come Francesco Toldo, resosi protagonista della storica partita contro l’Olanda a Euro2000. A volte è proprio così, sembra e si sente invincibile. Ha inoltre una carica pazzesca e tanto ossigeno nei polmoni per avere una tale prolifica resa giornalistica, da tener testa persino a Gianluca Zambrotta che macinava chilometri su e giù per la fascia. Duttilità e resistenza completano il quadro. Ma è umano? Ai posteri l’ardua sentenza. Robocop

Federico Leoni: E’ incredibile come er pupone sia entrato in un mese perfettamente a suo agio nel ruolo. Ciò fa presupporre beneauguranti prospettive come quelle di Francesco Totti, diventato in poco tempo simbolo di un’intera città, di una sola fede. Alle spiccate doti da fantasista associa una prolificità di articoli-gol pari a quella di Gigi Riva, uomo amato e acclamato in altra città. Un mix di geni che lo rende un genere in via d’estinzione, da preservare accuratamente. Lo abbiamo visto prima noi. Il predestinato

Lorenzo Marcoaldi: Data la duttilità giornalistica di questo giovanissimo ragazzo non si può che paragonarlo a Luigi Di Biagio, mediano con attitudini sia difensive che offensive, personalità carismatica, simpatica e tenace. Tecnica e capacità nel fraseggio ma anche grinta e obiettivi chiari creano un potenziale enorme. Ha una visione del gioco ampia e un dribbling ubriacante come Lorenzo Insigne, attaccante ma anche assistman veloce di testa e di gambe. E’un punto di riferimento positivo per tutti. Semplicemente…Il Magnifico

Luca Missori: Parte in sordina perché non è un accentratore, ma diventa strada facendo non solo indispensabile ma anche portatore del vittorioso vessillo come fece Fabio Grosso, resosi indiscutibilmente protagonista nel 2006. La sua semplicità goliardica da uomo derby è paragonabile a quella di Marco Del Vecchio, uno dei 4 italiani ad aver segnato in una finale  di un Europeo. Non è un caso che ha trionfato nel recente gioco redazionale di Euro2016. Corre, non si risparmia e copre più ruoli. L’agonista

Daniele Moretto: E’ come un diesel che quando parte non smette di carburare e può superare anche altri più blasonati, proprio come fece Bruno Conti nel mondiale ’82: la sua continuità e capacità di aiutare con i cross precisissimi a cercare la persona sono encomiabili. Spesso è defilato ma quando serve è pronto: gioca con tutti e due i piedi e su entrambe le fasce. Assomiglia anche al mediano Gabriele Oriali, dal rendimento costante e dallo spiccato spirito d’abnegazione. Un’anima limpida. Il Valente

Fabio Ranocchiari: Scrive con “la grazia del ballerino e la spietata freddezza del torero” alla Paolo Rossi, non a caso definito Pablito: ha fiuto della notizia-gol, ma la riporta con stile e senza mai un grammo di prepotenza. Nel tempo può diventare davvero carismatico, almeno quanto il nostro portierone Gianluigi Buffon, perché ha il senso della posizione, una forma fisica invidiabile, il ciuffo birichino, un buon controllo emozionale, nonostante lo spirto guerrier che dentro di lui rugge. Superman TranQui Funky

Michele Santoro: Maturo, equilibrato, riservato, all’apparenza duro ma dal gran cuore proprio come Mauro Tassotti. A lui il tempo non toglie certezze, anzi le fortifica, amplificandone le motivazioni. Ricorda un po’ anche Daniele Massaro, chiamato Provvidenza, perché può sia risolvere le partite sia vestire dieci degli undici numeri disponibili ed essere sempre perfetto. E’ come loro molto attaccato alla maglia e lo dimostra senza eccesso di protagonismo, ma con distaccato pathos. Il Signore

Andrea Simmi: “Piedi da artista, inventiva da grande regista e senso del gol ne fanno uno dei giganti di ogni epoca del calcio mondiale”, questa definizione di Gianni Rivera è calzante per il poeta dallo stile inarrivabile, dalle idee frizzanti, dalla fantasia esaltante. Crea gioco anche da fermo con il suo esprit de finesse. E’ leader silenzioso come il maestro mozartiano Andrea Pirlo: non parla con le giocate ma con le parole, non fa punizioni alla maledetta, ma articoli maledettamente straordinari. In una parola…Il Genio

Donatella Swift: Da una parte ha una spiccata visione del gioco, che garantisce equilibrio e sostanza, dall’altra il suo dribbling improvviso/stoccata pungente lascia sempre sul posto l’ avversario proprio come riusciva egregiamente a Roberto Donadoni, centrocampista laterale di talento votato al collettivo. Ha per possenza ed efficacia vari punti in comune con Angelo Peruzzi che, dotato di ottimi riflessi, riusciva sempre a infondere molta sicurezza al suo reparto. Una donna tutta d’un pezzo coll’ironico vezzo. La Tyson Prof

Emanuele Tinari: Conoscete il detto “essere sul pezzo”? Ne è l’incarnazione: sa la notizia prima che esca come Filippo Inzaghi che, nel posto giusto al momento giusto, la infilava in rete a occhi chiusi. Come il gol è innamorato di Pippo, così sono le news calcistiche ad essere calamitate dalla sua penna. Posso dimenticarmi poi lo stile alla Alessandro Del Piero a trovare l’incrocio dei pali più lontano? Pinturicchio docet e con effetto e affetto lui ne è il caparbio alter ego. Una punizione…non averlo. Il Catalizzatore

Il Web Master Andrea Perla: Dotato di ottime capacità intellettive asseconda l’azione con efficacia ed ha una notevole visione del campo come uno dei centrocampisti migliori della sua generazione, Demetrio Albertini. Con il tiro preciso riesce a creare spazi utili, aiutando sempre tutti. Dà supporto alla manovra difensiva con costanza e gentilezza, impostando il gioco all’ Alessandro Costacurta. Quando non lo vedi all’opera ti preoccupi. Se non ci fosse…bisognerebbe inventarlo. Il Metronomo

Me medesima: Non posso auto commentarmi però dico questo…ho tanti amici e nemici, innamorati e detrattori come li ha Roberto Baggio. Ho dato sempre tutto quello che potevo, esaltandomi nelle difficoltà, con limiti oggettivi miei e creati ad hoc dagli altri. Come Paolo Maldini sono stata fischiata dopo aver speso una vita intera a rendere grande una squadra. Ma sapete cosa vi dico? Dei detrattori e dei tifosi ingrati non rimarrà nulla, ciò che hanno fatto Roby e Paolo invece riecheggia per l’eternità. La Gladiatrice

P.S. Ringrazio Roberto Antonelli per le splendide foto.

Erika Eramo

 

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