Home News Juventus e Milan a trazione “giovane”

Juventus e Milan a trazione “giovane”

   Tempo di lettura 6 minuti

E’ ormai sotto gli occhi di tutti, la politica che sta ringiovanendo la Serie A viene portata avanti, tra le altre, da due big come i bianconeri e i rossoneri

Sarà stata una conseguenza naturale delle cocenti delusioni dovute alla mancate qualificazione agli ultimi due mondiali, per le quali si adducevano responsabilità anche al fattore “giovani” che, abitualmente, non solo non venivano considerati, ma visti principalmente come un rischio da non intraprendere nemmeno lontanamente. L’Italia dei vecchi, calciatori provenienti da squadre blasonate, con età media altissima e sfruttati sino all’osso pur di mantenere quelle certezze e non rischiare con dei sostituti, ancor meno se giovani. I lettori di una certa età ricorderanno benissimo il mitico Dino Zoff, che ha lasciato il calcio giocato all’età di 41 anni, allora sembrava un limite inarrivabile, un ‘record’ pazzesco. Chiaramente le aspettative di vita sono migliorate e, solo pochi mesi fa, abbiamo assistito al ritiro di Zlatan Ibrahimović a quasi 42 anni. Ebbene, nonostante questi cambiamenti diciamo genetici, il sistema calcio in Italia sembra stia effettuando, finalmente diremmo noi, un’inversione di rotta che mira a dare spazio ai giovani. Probabilmente non è stata una scelta, una vera e propria strategia, ma forse una necessità, una conseguenza della crisi economica dei nostri club che ha spinto in questa direzione. Qualunque sia il motivo, quello che veramente conta è l’inversione di marcia che potrà magari aiutare a scoprire nuovi talenti e nuove speranze per trovare anche dei calciatori italiani che, come in passato, hanno permesso alla nazionale, ma anche ai club nostrani, di vincere e portare in alto il nostro calcio. Sperare non costa nulla! Qualcosa a dire il vero a livello di nazionale negli ultimi anni si sta comunque già muovendo.

Fabio Miretti, classe 2003 è nella famiglia bianconera dal 2011

Quindi, anche se non una strategia voluta, ma una necessità, negli ultimi anni club come Milan e Juventus hanno aperto le porte dei propri vivai a palcoscenici più grandi, permettendo loro di aspirare a qualcosa di meglio sin da subito. Si cercano anche talenti fuori dai propri cancelli e si dà spazio anche a calciatori emergenti da altre categorie o, comunque, appena apparsi in Serie A, come nel caso del difensore ex Frosinone Federico Gatti che, seppur non giovanissimo, ma con poca esperienza nella massima serie, è valso comunque un ingente investimento da parte della Juventus. Il concetto è che si tende a rischiare qualcosina in più rispetto al passato e a non investire soltanto su calciatori ormai fatti e compiuti (che, si sa, non sono comunque fonte ‘certa’ di successo). La Juventus di oggi è piena zeppa di giovani calciatori che si stanno affermando sempre di più, come i vari Nicolò Fagioli (2001), Samuel Iling-Junior (2003), Fabio Miretti (2003), Kenan Yıldız (2005), senza dimenticare diversi classe ‘2000’ che militano in prima squadra già da diverse stagioni e, udite udite, la Juventus è tonata a lottare per lo scudetto, nonostante così tanti giovani di belle speranze. A questi devono aggiungersi i tanti altri “juventini” in prestito, come Matias Soulé (2003), Kaio Jorge (2002) e Enzo Barrenechea (2001) al Frosinone, Facundo González (2003) alla Sampdoria, Koni De Winter (2002) al Genoa, Nicolò Rovella (2001) alla Lazio, Dean Huijsen (2005) alla Roma e l’elenco potrebbe continuare. Certamente, se una rondine non fa primavera, è anche vero che il cammino della Juventus è un dato di fatto incontrovertibile e che dovrebbe far riflettere profondamente tutti gli addetti ai lavori nel portare avanti un operato che paga, eccome se paga.

Álex Jiménez, il classe 2005 è in prestito dal Real Madrid

Il Milan, dal canto suo e già da alcuni anni, sta facendo qualcosa del genere e dopo aver dato fiducia, nel corso del tempo, ad alcuni acquisti di prospettiva come ad esempio Pierre Kalulu (2000) e Malick Thiaw (2001), ha acquisito le prestazioni di giovani promesse come Yunus Musah (2002), Marco Pellegrino (2002), Filippo Terracciano (2003), Luka Romero (2004), e sta portando in prima squadra molti ottimi prospetti del vivaio e della formazione Primavera come Chaka Traorè (2004) o Álex Jiménez (2005). Senz’altro una menzione speciale va a Francesco Camarda (2008) il più giovane esordiente nella storia della nostra Serie A e se il buongiorno si vede dal mattino, il “ragazzino” può e deve sperare in una grande carriera, così come deve sperarlo tutto il calcio italiano che ha un immenso bisogno di campioni.

Il talento è una qualità naturale, ma con il lavoro si possono ottenere comunque grandi risultati e questo vale sia per chi sceglie i calciatori e che deve farlo con occhi diversi dal passato e sia per i calciatori stessi che devono fare comunque il massimo per mettersi in mostra ed emergere, anche se non si sentono tutti dei Lionel Messi, ma magari anche qualche Gennaro Gattuso potrà dire la sua senza sfigurare.

Fonti foto: it.wikipedia.org, juventus.com; milannews24.com

Luigi A. Cerbara

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.