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Il West Ham a caccia della Conference League per riscattare una stagione altalenante

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I londinesi hanno faticato in campionato e nelle coppe nazionali, ma hanno puntato molto sul cammino europeo per conquistare un trofeo che manca dal 1965

In un campionato iper-competitivo come la Premier League, non è raro che una squadra che fa bene un anno poi cali di netto l’anno successivo. Quest’altalena di risultati coinvolge soprattutto le outsider più che i top team, che di norma sono formazioni più strutturate e adatte a reggere diversi impegni contemporaneamente. Così può capitare che il West Ham di turno, dopo essere arrivato settimo nella scorsa stagione, rischi addirittura la retrocessione quest’anno mentre tenta di conquistare un trofeo europeo.

Partiamo dalla fine: gli Hammers sin dall’inizio della competizione erano tra i favoriti per la vittoria finale della Conference League e per il momento hanno rispettato ampiamente i pronostici. Dopo un girone terminato agilmente al primo posto con sei vittorie su sei, i londinesi si sono sbarazzati dell’Aek Larnaca negli ottavi di finale, del Gent nei quarti e dell’AZ Alkmaar in semifinale. La doppia sfida con gli olandesi è stata nettamente più impegnativa delle altre, ma la formazione di Moyes è sembrata sempre in controllo della situazione ed ha fatto valere la sua maggiore qualità, soprattutto dalla metà campo in su. In patria invece il rendimento del West Ham è stato piuttosto deludente: quattordicesimo posto in Premier League, con 40 punti frutto di 11 vittorie, 7 pareggi e addirittura 20 sconfitte e salvezza ottenuta solo a poche giornate dalla fine. In Fa Cup gli Hammers sono stati buttati fuori agli ottavi dal Manchester United, mentre in Carabao Cup è arrivata subito l’eliminazione contro il Blackburn Rovers.

Ma come gioca il West Ham? Il modulo standard della formazione di Moyes è il 4-2-3-1, il cui perno sono i due mediani di centrocampo, il capitano Declan Rice ed il ceco Souček, mentre gli uomini di maggior qualità si trovano sulla trequarti offensiva: l’ex milanista Paquetà, le due ali Bowen e Benrahma, ma anche Fornals, spesso decisivo subentrando dalla panchina. In attacco, il giamaicano Antonio ha superato nelle gerarchie l’ex Sassuolo Scamacca, colpito anche da diversi infortuni. In porta c’è l’ex Psg Areola, mentre in difesa spicca il talento del terzino sinistro Cresswell. In generale, gli Hammers come la Fiorentina hanno nel reparto avanzato il loro punto di forza, mentre la fase difensiva non è sempre impeccabile.

Ormai manca davvero poco alla finale di Praga. Il West Ham, tolta la coppa Intertoto Uefa del 1999, non conquista un trofeo europeo dalla Coppa delle Coppe del 1965. Vincere la Conference League significherebbe non solo accedere alla prossima edizione dell’Europa League, ma soprattutto riportare a Londra un titolo che una tifoseria storica e passionale come quella degli Hammers aspetta da troppo tempo. Parola al campo.

Luca Missori

(Fonte immagine: Eurosport.it)

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