Ecco i tre giocatori top per i Direttori Stefano Rizzo e Erika Eramo, per il Vice Direttore Giorgio Rainaldi, per il Capo Redattore Antonio Pilato e per i due redattori Carmine Abate e Giorgia Boaselli
Direttore Stefano Rizzo
Due dei tre giocatori a cui sono più legato indossano o hanno indossato la mitica maglia numero 10.
Per me infatti il ruolo del fantasista è il più determinante in assoluto nel gioco del calcio perché crea e realizza.
La mia tesi di laurea è stata rivolta proprio a ‘dieci numeri 10’ ovvero: Pelè, Rivera, Cruyff, Antognoni, Maradona, Platini, Zico, Baggio, Zidane e Totti (l’unico calciatore che avevo voluto inserire ancora in attività). Non avevo inserito Puskas (numero 10) perché nel Real Madrid si alternava con Di Stefano (numero 9) nel ruolo di rifinitore e perciò non volevo escludere il grandissimo Alfredo Di Stefano. Inoltre avevo deciso di includere un solo fantasista che in campo non indossasse la maglia numero 10 ovvero Cruyff. La stella olandese infatti aveva la 14.
La tesi però l’ho realizzata nel 2007 e proprio in quegli anni stava esplodendo colui che invece occupa il primo posto di questa mia speciale classifica.
Il giocatore che più di ogni altro mi ha fatto e mi fa sognare è Leo Messi.
Sono ormai più di dieci anni che il numero 10 del Barcellona e dell’Argentina ci delizia con giocate sensazionali. Amo sia il calcio che il Barcellona e per cui resto in estasi di fronte alle reti e agli assist che realizza Messi.
L’altra mia grande passione è la Fiorentina e pertanto al secondo posto scelgo di mettere Gabriel Omar Batistuta. Le prodezze di Bati, il numero 9 viola per antonomasia, mi hanno accompagnato durante il cammino scolastico, dalle elementari fino alle superiori. I suoi gol, ascoltati attraverso la radiolina o visti alla tv, mi hanno trasmesso grandi emozioni.
La terza posizione va a Roberto Baggio, il miglior giocatore italiano che io abbia mai visto. Nei Mondiali del ’90 e del ’94 le sue gesta mi hanno fatto entusiasmare. La maglia numero 10 azzurra è stata indossata da Roby in maniera divina.
I tre campioni che ho scelto hanno superato diversi ostacoli grazie alla loro voglia di non mollare mai. Attraverso anche la loro forza di volontà questi tre calciatori hanno scritto pagine indelebili della storia del calcio e per ciò che riguarda Messi ci sarà ancora da scrivere…
Direttore Erika Eramo
Premessa: i giocatori che fanno breccia, secondo me, sono quelli che vedi giocare tra i tuoi 7-8 fino ai 16-17 anni. Dopo la razionalità prende il sopravvento. Con la testa ho apprezzato i vari Totti, Del Piero, Pirlo, Buffon, Toldo, Nesta, Maldini, Baresi, Zanetti. Gli occhi hanno goduto anche di Maradona, Ronaldinho e Messi. Mi hanno folgorata da piccola però, incidendo sulla mia vita, solo questi tre:
1.Roberto Baggio
Per uno come lui le tanto decantate parole, strumento di lavoro, sono limitanti perché non renderanno mai l’idea di ciò che ha rappresentato per me. Vanno fatte decantare come per il vino, altrimenti sprigionano imbarazzanti ripetizioni e non sarebbero in linea con le sue giocate originali. Non soltanto il calciatore italiano più forte di sempre, ma il prototipo dell’uomo ideale. Ha in sé l’essenza della vita e tutte le qualità per assecondarne il flusso, arrivando alla perfetta sintesi di realtà e saggezza. Si leggeva su uno striscione a Brescia un po’ di anni fa: “Dio c’è e ha il codino”. Legame sacro che non si può spezzare, insegnamento prezioso da non dimenticare, piacere mistico esserci cresciuta, sentimento perturbante di lontananza ma contemporaneamente di familiarità. Non è vero che non è più domenica da quando non gioca, per me che tutti i giorni guardo i suoi incantevoli gol, è sempre domenica e sempre lo sarà. E’ il 10 che deve sentirsi onorato e privilegiato di essere stato vestito da Baggio. Buddità del calcio per riconciliarci col cielo
2.Beppe Signori
Che bomber! Cosa significa portare l’11 se non essere due volte number 1? Segnava in tutti i modi: su punizione, su rigore senza rincorsa, in mischia, da fuori area, su acrobazia, su azione personale dopo aver superato l’intera difesa avversaria. Il leitmotiv della mia adolescenza era: “E segna sempre lui, e segna sempre lui, si chiama Beppe Signori, si chiama Beppe Signori…”. Ogni tanto, non prendetemi per pazza, ma mi trovo a cantarlo ancora. Gli anni passano, l’amore resta. Non a caso per 3-4 anni mi circondavo solo di ragazzi con la sua faccetta simpatica. Il mio sogno dopo averlo intervistato al telefono è riuscire a incontrarlo, magari andandolo a trovare al suo ristorante enoteca di Bologna, perché la mia fame è inferiore solo a quella sua di far gol in campo e nel mio cuore. Sinistro killer e ingordo da vero Campione
3.Walter Zenga
Un leader istrionico, folle, fuori dagli schemi, di cui ho amato la spettacolarità del gesto e il tuffo a effetto. Se nasci POrTiERE sei diverso. Se indossi la maglia numero 1 hai un grande potere da cui derivano enormi responsabilità perchè diventi facilmente il capro espiatorio, ma…alla domanda “Walter, vuoi dire qualcosa sulla mancata convocazione in Nazionale?” puoi cavartela con una scena da manuale: ciuffo al vento e Ray Ban scurissimi alla Richard Gere, al volante di una macchina cabrio accosti e, senza parlare, alzi il volume dell’autoradio su questo ritornello: “Hanno ucciso l’Uomo Ragno, chi sia stato non si sa, forse quelli della mala, forse la pubblicità“. Silenzio e stop, distinti saluti a tutti, vince perché “sì lui era una star, ma tanto non ritornerà…”. Beh come commentatore tecnico è tornato l’uomo Ragno, peccato io non sia Mary Jane Watson…e pensare che da piccola mi travestivo da sua moglie (e oggi, col senno di poi, posso dire di essere diventata addirittura una e trina). Genio e Sfrontatezza da fumettista d’area
Vice Direttore Giorgio Rainaldi
1) Francesco Totti
Ha esordito in Serie A nel 1993, lo stesso anno in cui io ho cominciato a seguire con interesse il calcio. Da tifoso giallorosso sono cresciuto con lui e ho avuto la fortuna di godermelo appieno, nel suo massimo splendore. Nei momenti di difficoltà ci si è sempre aggrappati su Totti, che ha rappresentato e rappresenta tuttora per la Roma una sorta di faro che riporta la nave sulla retta via.
2) Roberto Baggio
Quando penso alla Nazionale mi viene subito lui in mente, il Mondiale negli Usa del ’94, il primo che ho guardato in tv, le sue doppiette che ci trascinano alla finale di Pasadena contro il Brasile ed infine il suo errore dal dischetto. L’ho sempre ammirato sia in campo che come uomo perché se un calciatore riesce a militare in squadre come Juve, Milan ed Inter senza generare odio tra le tifoserie è per forza una persona speciale.
3) Ryan Giggs
Il mio ruolo preferito è sempre stato l’ala, l’esterno offensivo, e lui lo incarna alla perfezione. La rete che realizza all’Arsenal nel 1999 nei tempi supplementari di una semifinale di FA Cup è una gioa per gli occhi, da vedere e rivedere. Sinceramente ogni volta che mi capita di guardare una partita del Man United mi rattrista il non vederlo più sgusciare sulla fascia a suon di dribbling e percussioni.
Capo Redattore Antonio Pilato
1) Alessandro Nesta: il mio amore per la Lazio nasce in parte per merito suo. Stile, classe ed eleganza che pochi difensori possono vantare. La sua cessione è stata la mia prima grossa delusione calcistica, ma purtroppo era inevitabile. Per tutti i laziali sarà sempre il “capitano”.
2) Miroslav Klose: è il campione che “mi ha fatto tornare bambino”. Nonostante sia arrivato in tarda età alla Lazio, ha fatto quasi sempre la differenza e poi non ho mai visto nessun altro giocatore segnare cinque reti in una sola partita…
3) Filippo Inzaghi: nonostante non abbia mai giocato nella Lazio l’ho sempre apprezzato per la sua voglia di fare goal e per la sua capacità di vivere sul filo del fuorigioco. Da piccolo quando ho iniziato a giocare mi ispiravo a lui.
Carmine Abate
1) Javier Zanetti: il capitano per eccellenza, atteggiamento da vero uomo e modello da imitare. Mi ha insegnato che se non molli mai le soddisfazioni prima o poi arrivano, vedi la Champions a 38 anni.
2) Diego Milito: ho capito subito che avrebbe fatto qualcosa di grande; nel 2010 mi ha regalato un sogno, anzi 3, anzi 5.
3) Bobo Vieri: il giocatore che mi ha fatto amare l’Inter. In lui vedevo la voglia di lottare contro le prepotenze dei più forti; l’unico di cui abbia comprato una maglia: ne ho ben 3.
Giorgia Boaselli
1) Alessandro Del Piero
Un calciatore con la C maiuscola. È stato lui, con le sue giocate e la sua semplicità, a far crescere ancora di più in me l’amore per la Juventus. Un campione dentro e fuori dal campo, difficile da dimenticare e raro da incontrare.
2) Gianlugi Buffon
Al secondo posto non poteva che esserci lui: Gianluigi Buffon. Un esempio da seguire, sia per la sua grinta ma soprattutto per quella mentalità vincente, che all’età di 38 anni lo fa essere ancora decisivo. Il portiere numero uno al mondo, che nella sua carriera meriterebbe la soddisfazione di vincere la “coppa dalle grandi orecchie”.
3) Àlvaro Morata
Calciatore giovane e di prospettiva. Vederlo giocare è sempre un piacere, sia per la sua qualità tecnica ma anche per tutta la passione con cui scende in campo, facendo vedere veramente quanto ama giocare a calcio. Non dimenticherò mai quel suo gol, con cui siamo andati in finale di Champions l’anno scorso e sono sicura che diventerà un grande campione.