I fantasisti e gli attaccanti hanno gonfiato le reti deliziando le platee con giocate geniali, i successi però si ottengono anche grazie al gruppo, pertanto anche i restanti ruoli sono determinanti ai fini dei risultati
Ogni trofeo conquistato è frutto di un lavoro di gruppo. Analizziamo alcuni tra i vari campioni che sono riusciti a ritagliarsi un ruolo fondamentale nonostante non venisse inserito con costanza il loro nome e cognome tra i marcatori.
Partiamo dai numeri uno, i portieri. L’estremo difensore è una categoria a sè, può passare da spettatore non pagante a protagonista assoluto nel giro di pochi istanti. Una parata decisiva vale quasi quanto una rete realizzata. Il primo portiere di livello internazionale fu lo spagnolo Ricardo Zamora, tra gli anni ’20 e ’30, tanto che ancora oggi l’estremo difensore meno battuto della Liga viene premiato col Trofeo Zamora. Successivamente nei Mondiali si mettono in luce l’inglese Gordon Banks e il tedesco Sepp Maier.
Banks si laureò campione del mondo nel ’66 ma quattro anni più tardi realizzò la parata del secolo intercettando sulla linea con un colpo di reni sensazionale un bolide di testa di Pelè.
Il portiere tedesco fece l’accoppiata Europeo ’72 e Mondiale ’74. Stesso discorso per Dino Zoff che con gli azzurri vinse Euro ’68 e la rassegna iridata del 1982. A 40 anni fu protagonista del terzo Mondiale vinto dagli azzurri con parate determinanti, su tutte quella (bloccando la sfera sulla linea) allo scadere sul colpo di testa di Oscar in Italia-Brasile 3-2. Si classificò secondo nella classifica del Pallone d’oro del 1973 alle spalle di Cruijff.
Arriviamo ai più recenti Gigi Buffon, Iker Casillas e Manuel Nuer, con i primi due, l’italiano e lo spagnolo, capaci di aggiudicarsi il premio miglior portiere dell’anno in 5 occasioni a testa (record), 4 successi invece per il tedesco. Tutti e tre si sono laureati campioni del mondo. Casillas vanta anche due europei.
Gigi Buffon detiene il record di imbattibilità in Serie A (2016) e come Dino Zoff si è classificato secondo al Pallone d’oro 2006 dietro al difensore Fabio Cannavaro (anche lui campione del mondo con Gigi nel 2006).
Il russo Lev Jasin e il danese Peter Schmeichel non hanno vinto un Mondiale ma hanno trionfato rispettivamente a Euro ’60 e Euro ’92. Jasin è stato l’unico portiere ad aggiudicarsi il Pallone d’oro nel 1963, nel suo palmares anche una Olimpiade nel 1956, mentre Schmeichel ha conquistato il triplete nel ’99 con il Manchester United.
Nel ruolo di terzini spiccano i primi fluidificanti Djalma Santos del Brasile campione del mondo nel ’58 e ’62 e Giacinto Facchetti campione d’Europa con gli azzurri nel ’68. Un ruolo molto amato dai brasiliani, con Cafù (2 Mondiali ’94 e 2002) e Roberto Carlos (1 Mondiale 2002) protagonisti negli anni ’90 e primi 2000.
Senza dubbio i difensori più forti di sempre sono stati Franz Beckenbauer, due volte Pallone d’oro nel ’72 e nel ’76, e Paolo Maldini, 5 Coppe Campioni, tra gli anni ’80, ’90 e primi del 2000, messe in bacheca. Il tedesco più nell’impostazione, Paolino nella fase di copertura. Negli anni ’70 in cui primeggiava il Kaiser Beckenbauer (campione d’Europa e del Mondo in Nazionale), nel suo ruolo (libero) si sono distinti però altri campioni quali Daniel Passarella e Ruud Krol capitani rispettivamente dell’Argentina e dell’Olanda nella finale Mondiale del ’78 vinta dai sudamericani. In questo ruolo come non citare i grandi Gaetano Scirea (campione del mondo 1982) e Franco Baresi, compagno di tanti successi di Paolo Maldini.
Passiamo a centrocampo e citiamo immediatamente due uruguaiani Jose Leandro Andrade e Juan Alberto Schiaffino. Due talenti fuori dal comune che con i loro passaggi millimetrici davano vita alla manovra. La meraviglia nera Andrade in Nazionale ha vinto tutto tra gli anni ’20 e ’30, 1 Mondiale, 2 Olimpiadi e 3 Cope America, Schiaffino fu protagonista del ‘Maracanazo’ (sconfitta contro ogni pronostico) nel 1950 durante la finale persa in casa dal Brasile contro il suo Uruguay.
Il ruolo davanti alla difesa può essere interpretato in più modi. Johan Neeskens è stato un calciatore in grado di giocare in qualsiasi zona del campo, nel calcio totale olandese, un tuttocampista come lo sono stati anche gli spagnoli, in Nazionale hanno vinto tutto, Xavi e Andres Iniesta e il croato Luka Modric. Giocatori che non solo danzano sulla sfera ma illuminano anche il gioco passando con estrema facilità da fraseggi stretti ad aperture per dare ampiezza alla manovra. Un capitolo a parte lo merita Andrea Pirlo. Un regista moderno, un playmaker davanti alla difesa, un metronomo in grado di accelerare e di addormentare l’incontro a seconda delle esigenze. Il Maestro possedeva una classe cristallina ed è stato tra gli artefici del successo Mondiale nel 2006.
Concludiamo questa rassegna con il ruolo dell’ala. Scegliamo tre nomi su tutti: il brasiliano Garrincha, due volte campione nel mondo nel ’58 e ’62, il nordirlandese George Best (2 giorni fa sarebbe stato il suo compleanno), entrambi considerati tra i più grandi dribblatori della storia e, da molti, come i migliori interpreti del ruolo, e il nostro Bruno Conti. L’esplosività dello scatto e l’imprevedibilità dei movimenti di Garrincha era dovuta all’asimmetria degli arti inferiori, Best è stato semplicemente il migliore nel ’68 (trionfo nella classifica del Pallone d’oro). Il campione del mondo del 1982 Bruno Conti, soprannominato MaraZico, sulla fascia era incontenibile, sgusciava tra più avversari e scodellava al centro gli assist vincenti.
Fonti foto: Storiedicalcio.altervista.org; Corriere.it; Shildnews.com; Twitter.com; YouTube.com; LaRepubblica.com; Yahoo.com; derbyderbyderby.it
Stefano Rizzo
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