Abbiamo intervistato l’ex difensore tra gli anni ’80 e ’90 del Napoli, Verona e Fiorentina. Vince insieme al pibe de oro lo scudetto del 1987. Ci ha deliziato tra ricordi e attualità, parlandoci dei due numeri 10 più forti con cui ha giocato
Una settimana fa è venuto a mancare un genio assoluto del calcio, suo compagno a Napoli, Diego Armando Maradona. Un ricordo del campione?
Sono stato con lui solo un anno. Non so se è una fortuna o una sfortuna esserci stato così poco a contatto. Egoisticamente avrei voluto passarci più tempo. Solo un anno, ma meraviglioso davvero. Calcisticamente sulle sue magie inarrivabili e geniali non ho nulla da aggiungere. Come uomo era un compagno fantastico, così allegro e socievole, da fare sempre da collante. Ci difendeva contro tutto e tutti. Un vero esempio, nato per essere capitano. Mi chiedo spesso chi sarebbe potuto diventare senza la trappola della droga…forse il padrone del mondo? Aveva un’anima rivoluzionaria, faceva il bello e il cattivo tempo, per questo dava fastidio a chi stava ai vertici.
In questi giorni non si è parlato altro che di lui nel bene ma anche nel male. C’è qualche commento che l’ha disturbata o che non si aspettava proprio?
Devo dire che il 99% dei commenti è stato positivo. Mi hanno infastidito molto alcuni giornalisti e vip, anche colti e preparati, che non vivendolo, hanno criticato, sbagliando i tempi. O parli prima o taci. Trovo fuori luogo questo accanirsi ed evidenziare le sue debolezze dopo.
Cosa ha provato nel siglare il definitivo 3-1 contro la Juve a Torino nel 1987, l’anno del tricolore?
Ancora oggi è difficile spiegarlo. Una gioia indescrivibile. Stavo scrivendo la storia. Da difensore poi non facevo così tanti gol, quindi valeva doppio. Anche adesso, ripensandoci, non ci credo.
Oltre a questo un episodio che porta nel cuore di quella stagione trionfale?
In primis essere tornato a Napoli dopo tanti anni, poi giocare con Diego, in terza battuta il agguantare il successo e vivere una festa andata oltre ogni immaginazione. Personalmente giocai 25 partite su 30. Sono contento di essere stato uno dei protagonisti.
Gli azzurri, sull’onda emotiva di Maradona, possono agguantare scudetto ed Europa League? Domani sera c’è l’AZ. E’ fiducioso?
Il Napoli ha tutte le caratteristiche per far bene, ma anche qualche pecca. Oltre a doversi rinforzare in alcuni ruoli dovrebbe essere più cinico, avere il pelo sullo stomaco, la “cazzimma” come diciamo noi. Anche il Milan e l’Inter hanno questo problema, cosa che invece non tocca i bianconeri. La Juve, avendo una rosa completa, spesso non perde anche quando gioca male. Poi se inizia a giocare come sa non ce n’è per nessuno. Per tornare a noi un’altra incognita è data dalla pandemia. Se prima di giocare 5-6 giocatori vengono trovati positivi sono cavoli amari.
La convince il cambio Prandelli per Iachini, suo ex compagno alla Fiorentina, sulla panchina viola?
No è stato un cambio prematuro e inutile, anche perché la Fiorentina non punta allo scudetto. Mi è dispiaciuto per il mio amico Beppe. Sia lui che Cesare sono ottimi tecnici.
Ora la punzecchio un po’. Il suo più grande rammarico è stata la finale persa con la Fiorentina contro la Juve nella Coppa Uefa del ’90?
Sono passati 30 anni e ho ancora il fegato ingrassato (ndr, ride). Abbiamo fatto un percorso bellissimo, meritavamo più noi, ma girava tutto male. Anche gli stessi Baggio, Nappi, Buso sbagliarono palle facili. Poi ci si mise l’arbitro scandaloso nello scialbo ritorno che finì 0-0. Sono sportivo ma ancora oggi non ci sto ad aver perso. Il secondo grande rammarico è stato aver giocato 4 anni a Palermo senza aver mai vinto un campionato in B. Avevamo una squadra ben allestita. Peccato non aver centrato l’obiettivo…una città davvero fantastica Palermo.
Lo ha nominato. Lei ha avuto la fortuna di giocare con il Maradona italiano, il nostro Roberto Baggio. Cosa ci dice di lui?
Infatti le giocate erano incredibili e le punizioni proprio alla Diego. Roby è sempre stato rispettoso degli altri, non ha mai fatto parlare di sé, sempre tranquillo, anche troppo tranquillo (ndr, ride). E’ molto simpatico. Raccontava le barzellette. D’altronde è un grande amico di un altro Roberto che fa l’attore comico, ovvero Benigni. Avrebbe potuto fare molto di più se non ci fossero stati gli infortuni. Maradona era più leader, un caciarone, Baggio più silenzioso, voleva stare più in disparte. Non a caso soffriva nelle grandi città, mentre si trovava meglio nelle realtà più piccole.
Mister Juric è il segreto di questo Verona?
Mi piace molto perché fa i fatti. Rispetto allo scorso anno si trova con una rosa inferiore ma porta comunque risultati.
Le piacciono i difensori di oggi? Qualcuno in particolare?
Intanto non mi piace che ci siano pochi giocatori italiani. Ormai si difende a zona e non come prima. Lo stesso Diego faceva in media 15-16 gol perché era più difficile segnare. Adesso i difensori grazie al var sono più tutelati e sicuramente più allenati a giocare e meno a difendere. Mi piacciono Koulibaly che nell’uno contro uno, per velocità e potenza, è insuperabile (se ha problemi se li crea da solo) e Chiellini, un difensore alla vecchia maniera, che non molla mai l’avversario.
Fonti foto: ilmattino.it, sportcasertano.it, corrieredellosport.it, spazionapoli.it, wikipedia.it e forzapalermo.it
Erika Eramo