Anche il mondo del calcio, come gli altri sport, decide di combattere la guerra con un’altra guerra insensata, inutile ed ipocrita, punendo i calciatori russi per colpe non loro, come se la situazione attuale avesse un’unica lettura e non fosse invece ben più complessa di quello che i mass media asserviti vogliono farci credere, come se la dinamica buoni/cattivi fosse l’unica pillolina da digerire per placare i vuoti cerebrali di decenni di disinformazione. A vincere sarà solo il non sense
“Padri e figli” di Turgenov è uno dei libri più importanti non solo della letteratura russa, ma di tutta la letteratura mondiale del XIX secolo. Nel romanzo si descrive come la generazione anziana sia sempre stata riluttante ad accettare i giovani ribelli e nichilisti. Oggi invece sono gli aitanti atleti sovietici a non accettare, anzi a subire, le decisioni dei propri presidenti. La FIFA vieta alla nazionale russa la partecipazione al mondiale in Qatar e l’UEFA sospende tutti i club russi dalle coppe europee, almeno fino a quando il conflitto non cesserà. Un ruolo in tutto questo lo hanno avuto le Federcalcio polacca, ceca e svedese che si erano opposte alla precedente decisione, ritenuta troppo soft, di voler far partecipare la Russia a patto rinunciasse al nome, alla bandiera e all’ inno e con l’obbligo di giocare a porte chiuse e in campo neutro. Ora invece la cancellazione definitiva, previa cessazione del conflitto armato. Decisione che tende solo ad inasprire ulteriormente gli animi, mentre il calcio dovrebbe essere un momento di svago estraneo agli umori geo-politici. Sarò sempre dalla parte degli atleti che vedono sgretolarsi un sogno a cui si sono preparati per anni… ma per colpa di chi? Di Putin o Zelensky? Della NATO? O per colpa della stupidità umana che, come nei film americani più in voga, per non morire di fame ha bisogno d’immolare necessariamente un capro espiatorio?
Erika Eramo
Grazie di CUORE ERIKA,
complimenti x l articolo, finalmente una giornalista Vera, capace e giusta, in un mondo di finti giornalisti e schiavi dei poteri,
Grazie ancora Erika, hai dato sfogo al sangue che sgorga dal mio cuore di Rabbia da questi falsi giornalisti.
da Eccelso Cardiologo ed umile Safi Sifrani.
Grazie Eccelso ed umile Cardiologo. Anche i giornalisti dovrebbero essere eccelsi nell’obiettività, nella libertà mentale e nelle capacità, ma umili nel voler sempre andare a fondo, nel non essere mai appagati di ciò che sembra ma non è, nel correggere a volte il tiro. Abbiamo il dovere di non storpiare la realtà dei fatti. Il giornalismo come la medicina sono due vocazioni dell’anima e tali dovrebbero rimanere. Mai succubi del potere o del denaro, sempre a servizio della verità e della salute. Solo chi è sano vale e quindi può portare valore. Non a caso in latino i due concetti, star bene ed essere uomini di valore, si equivalgono nel termine “Valere”. Torniamo ai nostri avi per affrontare più sereni il futuro. E.E.