Dopo oltre un secolo è stato rispolverato un simbolo che, nel 1921, era nato da dissidi interni al mondo del calcio e alla FIGC in particolare, ma che oggi, invece, vuole scoprire, diffondere e tutelare tutti quegli sport che gravitano nel calcio stesso ed intorno ad esso
Come abbiamo avuto modo di spiegare, nell’introduzione dell’assemblea costitutiva di sabato scorso (leggi qui), la CCI riemerge dalle ceneri del passato, ma con scopi molto diversi rispetto alle sue origini. L’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo, consulente e collaboratore della confederazione ci espone come si sia arrivati al marchio della CCI: “Il neo eletto Presidente Andrea Montemurro, nella sua lungimiranza, ha studiato la storia del calcio italiano ed ha scoperto che c’era questo marchio caduto in disuso a seguito di una serie di traversie, ne ha quindi recuperato il logo registrandolo ed acquisendone i diritti”. La storia, seppur a volte alcuni aspetti vengono dimenticati, esiste, così come la Confederazione Calcistica Italiana esisteva, nata nel 1921, a seguito di lunghi travagli in seno alla FIGC e che portò anche ad una scissione e, successivamente alla riunificazione con il rientro dei dissidenti, anche ad una riforma dei campionati. A differenza degli scopi del secolo scorso, il marchio vuole oggi diventare simbolo di unione e, seppur derivante dal passato, vuole guardare al futuro e vuole farlo con tutte le derivazioni calcistiche esistenti che si vogliono rintracciare, tutelare e sviluppare. In definitiva qualcosa di molto importante e sicuramente innovativo. Sul perché il logo attuale riporti l’anno 1923, nonostante la CCI fosse nata nel 1921, il presidente Montemurro ci spiega: “Nel 1923 la Confederazione calcistica italiana cessò di esistere nella sua prima vita e, per questo, noi ripartiamo da quella data”.

Alcune sono poco conosciute, ma esistono molte derivazioni del calcio. Una su tutte è quella relativa al Futsal, già abbastanza noto, ma anche il calcio a 7 che vedrà un’edizione del mondiale, in Brasile, dal 21 al 25 agosto 2025. Queste discipline, già ben consolidate nel presente, potrebbero essere il futuro del calcio. La CCI nasce con una grande passione che vuole trasmettere e far vivere in ogni ambito del calcio moderno, dando risalto ad ogni singola disciplina ad oggi considerata secondaria e lo vuole fare in maniera reale, concreta, ufficiale, dando loro una casa. Tutte le derivazioni del calcio possono e devono trovare spazio in un’unica grande famiglia, dal calcio a 8 fino al padbol, dal beach soccer al calcio a 3, dal walking football alla tecnica individuale, dal calcio freestyle al calcio a 7, senza nessun limite di genere, né tantomeno di età. “La CCI considera ogni atleta un campione”, afferma il presidente Montemurro che prosegue: “la confederazione fa dell’inclusione uno dei suoi punti di forza, per dare spazio e voce a chi sino ad ora ha vissuto ai margini, troppo spesso oscurato da un calcio milionario. Si vogliono riscoprire i valori dello sport ed i sacrifici che esso richiede, la ricchezza e la gioia che deriva da una vittoria e che vale più di una plusvalenza. Una confederazione unita e spinta da un motore potentissimo, alimentato dall’amore per quella palla che rotola!“

Una realtà quella della CCI che mira ad essere sempre più forte e presente, con la volontà di dare voce e sostegno a quelle discipline che, pur avendo grande dignità, sono oggi considerate secondarie, minoritarie. Il presidente ci tiene però a sottolineare che: “la confederazione non vuole essere in contrapposizione con le istituzioni calcistiche nazionali con le quali si cercherà senz’altro di intavolare un dialogo il più costruttivo possibile affinché il calcio, di ogni genere, possa avere un futuro migliore”. Oltre al già citato mondiale di Calcio a 7 ad agosto in Brasile, la CCI vedrà il suo esordio internazionale in occasione della Nations League di Calcio a 8 che si terrà a Roma dal 20 al 22 giugno 2025.
Fonte foto: CCI
Luigi A. Cerbara