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Amnesia Napoli: mezza stagione per perdere la memoria

Fonte betpointsport.news
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La Supercoppa ha certificato i sospetti dei primi mesi, dallo scudetto a oggi non esiste più la squadra che aveva incantato l’Italia

I tifosi del Napoli si sentiranno come all’interno del film Men in Black. Qualcuno li ha “sparaflashati” con la luce che fa perdere la memoria, come se tutto quello che è successo in precedenza non fosse mai accaduto. Osservando la spedizione araba degli ultimi giorni possiamo dirlo con certezza: la squadra campione d’Italia non esiste più. Non negli uomini, anche perché son quasi tutti gli stessi dello scorso anno. Quello che è andato perso è il gioco, l’anima e, dalle ultime partite, anche l’impianto tattico. Il giocattolo quasi perfetto di Luciano Spalletti è stato rivoltato come un calzino e, con buona pace dei sostenitori partenopei, non in meglio. Scomodando altre citazioni cinematografiche sembra di essere entrati nella macchina del tempo di Ritorno al Futuro, Mazzarri in panchina e 3-5-2 muscolare sul terreno di gioco.

La gestione societaria della situazione è stata sicuramente rivedibile. Il divorzio con Spalletti può essere identificato come l’inizio della fine. I festeggiamenti dello scudetto numero 3 si sono dissolti in men che non si dica. La sciagurata scelta caduta su Rudi Garcia un passo falso che nemmeno il più inesperto dei dirigenti avrebbe fatto. Evidentemente anche il saluto a Cristiano Giuntoli ha mandato in tilt la macchina azzurra. Il francese ha provato a proseguire sul solco tracciato dal tecnico di Certaldo ma ovviamente senza averne le caratteristiche. Ecco che piano piano invece di andare avanti si è iniziato a camminare a passo di gambero, scivolando all’indietro inesorabilmente. All’inizio a livello emotivo. Troppo drastico il cambiamento da un allenatore all’altro, il modulo era lo stesso, i giocatori quasi gli stessi, fatta eccezione per Kim in difesa. Squadra molle, nervosa, con alti e bassi difficili da accettare.

L’ammissione di aver preso un abbaglio da parte del presidente non ha sanato la crepa procurata, ha fatto solo montare l’indignazione della tifoseria. Il colpo di grazia è stato il ritorno al passato. Via Garcia, ecco Walter Mazzarri. “Conosce l’ambiente” “Ha studiato” erano le flebili giustificazioni a una scelta alquanto discutibile. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Fuori dalla Coppa Italia, primo posto lontanissimo, posizione Champions League a rischio. La metamorfosi partenopea in peggio è terminata con il più classico dei passi indietro, ma non di qualche metro, di anni.

La Supercoppa italiana ha chiuso il cerchio. Il ritorno al 3-5-2 di antica memoria e una squadra che bada più a non prenderle che a proporre è stato l’ultimo passaggio di un peggioramento ingiustificabile. Pochi mesi e cancellata qualsiasi traccia del passaggio di Luciano Spalletti all’ombra del Maschio Angioino. Come nel più nostalgico dei casi sono tornati anche i deboli alibi. Qualcuno ha provato anche ad attaccarsi all’arbitraggio nella finale di lunedì sera. L’espulsione di Simeone ha spostato l’attenzione da una squadra che non propone più, che non tira in porta, che può difendere bene, sì, ma che solo 8 mesi fa incantava l’Italia col suo gioco propositivo.

Un brutto risveglio per i tifosi azzurri, quasi come se il Napoli scudettato fosse stato solo un bellissimo e fugace sogno.

Glauco Dusso

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