Home Curiosità 5. Così continua la sfida di Roberto Baggio soprattutto con se stesso

5. Così continua la sfida di Roberto Baggio soprattutto con se stesso

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Quando alla Juventus gli spazi diventano troppo esigui si apre un nuovo capitolo al Milan. Poi arrivano il Bologna e l’Inter. In questi anni cominciano le prime problematiche con gli allenatori ma Roby non si arrende mai

In un’intervista di Walter Veltroni alla domanda sul valore più importante da trasmettere ai propri figli il nostro amatissimo Baggio ha risposto così: “L’umiltà: se sei umile non hai paura di imparare. Nella mia vita ho ricominciato mille volte da zero. E’stato un eterno gioco dell’oca. Arrivavo alla casella finale e poi, per un incidente, dovevo ripartire da capo. Ma se sei umile non hai difficoltà ad affrontare le sfide. Gli arroganti temono il futuro, gli umili lo cercano. Se vuoi essere qualcuno, nella vita, devi essere umile”. Questa è forse una delle lezioni più grandi da apprendere guardando alla carriera del campione e alla vita dell’uomo. Roby ha lottato come una tigre, non rifiutando i problemi (vedi gli infortuni e gli scontri con gli allenatori), ma calandosi in essi per superarli in un triplo salto mortale. Vediamo insieme cosa è successo negli anni del Milan, Bologna e Inter:

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Tre squadre per un’unica emozione

Al Milan per vincere ci vuole una nuova risorsa

È Baggio…ma il sergente Capello lo sostituisce in corsa

Bisogna optare per un 4-3-3 con un attacco stellare

Con Savicevic e Weah ecco il tridente per regnare

Tra tanti campioni però gioca meno del previsto

Dà noia un esubero di stelle in campo, in particolare il divin acquisto

E’ il ‘95-‘96 anno della numerazione fissa e del nome sulla maglia

Per il 10 vince il montenegrino la prima battaglia

Roby opta per il 18 e dà prova di sè in 5 minuti contro il Padova

Assist per Weah, poi rete di testa ai danni dell’Udinese…il pubblico lo approva

Si ripete contro l’Atalanta ma dopo il ko a Bari

Tutto è in discussione, ci sono cambiamenti vari

I momenti di gloria arrivano contro il Bordeaux di Zidane: è doppietta

Quando ha di fronte la Sampdoria invece di applausi fa incetta

Con due dribbling mette a sedere i difensori

Un  missile sotto l’incrocio ed ecco di nuovo la standing ovation, i riflettori

Alla penultima sfida contro la Fiorentina si vince lo scudetto

con un suo implacabile rigore dal dischetto

La seconda stagione è all’insegna di panchina e confusione

Tabarez crede in lui ma poi torna la stessa situazione

Sacchi, i vecchi fantasmi e la stagione fallimentare aggravano tutto

si richiama Capello che fa capire che Roby rimarrà all’asciutto

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Si deve cambiare aria, salta la trattativa col Parma e arriva il Bologna

22 reti e come a Firenze un’intera città finalmente sogna

Serve conquistarsi una convocazione di Cesare Maldini

Il mondiale francese è alle porte e non si possono deludere i beniamini

 “Baggio rappresenta l’italianità, la fantasia, il bel calcio” dirà il presidente Gazzoni

Uno come lui di giocatori ne vale milioni

Il 18 luglio è ufficiale ed è nuova vita

Il taglio al celebre codino ne è la prova ardita

La maglia rossoblù porta assist e gol da funambolo

Nonostante i contrasti con Ulivieri non siano un buon preambolo

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Passa all’Inter in un’annata non idilliaca

Per i tifosi averlo in squadra un’avventura quasi dionisiaca

Storica doppietta contro il Real Madrid campione in carica

Segna poco perché 4 sono gli allenatori ma la mentalità è unica

Precipita ancora con Lippi ma è comunque decisivo

Grazie a lui si raggiunge il quarto posto antidepressivo

Protagonista nella finale di Coppa Italia e contro il Parma nel famoso spareggio

In cui segna due gol significativi che salvano il tecnico di Viareggio

Lui va oltre i rancori personali

Ciò che conta è dare ai tifosi emozioni celestiali

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Sono bastate due stagioni al Milan e all’Inter, una sola al Bologna per far sì che Roby lasciasse il segno. Forse è proprio questo il punto: chi è capace di fare la differenza nonostante il breve periodo e le pessime condizioni in cui si trova dà fastidio. Chi è diverso scompagina i piani e i tatticismi, quindi risulta ingombrante. Sacchi, Ulivieri e Lippi con cui non si è mai preso lo dimostrano. Tre allenatori dalla personalità forte che mal digerivano quest’uomo così discreto e allo stesso tempo costantemente al centro della scena. Qualcuno potrebbe obiettare: e allora perché Maradona, altrettanto uomo-simbolo, non ha avuto gli stessi problemi? Questione di carattere. Diego era un leader, un caciarone, un aggregatore: era al centro di tutto e voleva starci. Roberto ci stava suo malgrado. Questa discrepanza tra ciò che sei nell’intimo e ciò che proiettano su di te gli altri è una voragine da cui si viene inghiottiti. Colui che sprofonda non è chi la provoca ma chi la vede perché ne è impaurito. Tutto ciò che non è gestibile allontana e deve essere tenuto a debita distanza. Come? Trovando pretesti come la forma fisica non al top per esempio. Per fortuna per Roby, dopo l’Inter, si aprirà una gloriosa scia, l’ultima in carriera, ma questa la analizzeremo tra un mese.

P.s. Il prossimo appuntamento è per il 18 ottobre con il Brescia e Carletto Mazzone.

Foto prese da: Pinterest, Footbalfan, Bolognamo, FCInternews e AngelFire

Erika Eramo

 

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