Home Curiosità 2. Senza Roberto non mi diverto. Baggio l’insuperabile idolo azzurro

2. Senza Roberto non mi diverto. Baggio l’insuperabile idolo azzurro

1994 World Cup Final. Pasadena, USA. 17th July, 1994. Brazil 0 v Italy 0. (Brazil won 3-2 on penalties) Italy's Roberto Baggio
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Perché guardare giocare oggi la Nazionale non ha lo stesso sapore di quando il divin codino indossava la maglia azzurra? Perché i suoi gol hanno un sapore tutto speciale? Perché è il numero 10 più amato di sempre? Leggetemi e lo scoprirete

Partiamo da una constatazione banale. Vi siete mai chiesti perché il re delle telecronache Bruno Pizzul lo chiamava spesso e volentieri Roberto mentre gli altri giocatori solo esclusivamente per cognome o nome e cognome? Da cosa dipendeva questa differenza? Baggio ha rappresentato l’Italia intera, entrando nelle nostre case in punta di piedi, indossando nelle partite ufficiali la maglia numero 15, prima delle più famose 10 e 18. Ripercorriamone le tappe in una poesia dal numero dei versi uguali a quello dei gol:

Roby e le 27 magie azzurre

Si gioca Italia-Uruguay il 22 aprile 1989 a Verona

Con una punizione Roby la prima sinfonia in azzurro suona

Dalla doppietta alla Bulgaria a uno dei gol più spettacolari

Da centrocampo salta tutti i difensori e per i cechi son cavoli amari

Mondiale in casa era il 19 giugno del Novanta

Tutta la Nazione a guardarlo si incanta

Per il terzo posto è suo il primo sigillo sotto la traversa

Beffa il portiere di un’Inghilterra ormai persa

Archiviato Italia 90 arriva la prodezza contro gli olandesi

Parte tutto da un’iniziativa di Baresi

Contro Ungheria e Cipro è protagonista il divin codino

Punizione vincente e scatto in area…sono due a San Marino

Germania e Olanda atterrate da un suo rigore

E in mezzo gli Usa agghiacciati dal destro di potenza e ardore

Tante le vittime: Svizzera, Messico, Portogallo

Ne rifila tre all’Estonia prima dell’americano gran ballo

Nel mondiale del 94 passerella spettacolare

Ci pensa la doppietta alla Nigeria ad abbagliare

Ai quarti c’è la Spagna e il feeling perfetto con Signori

C’è tutta la bravura: controllo palla e precisione dei miei amori

Poi sono i bulgari a farne le spese

Con altri due gol la speranza di tutta l’Italia accese

Polonia, Cile e Austria a chiudere il ciclo con la Nazionale

Inchino e standing ovation per un giocatore fenomenale

Bastano ma potevano essere molte di più le magie

Se gli allenatori non avessero voluto imbrigliarlo nelle loro teorie

Continuerò a raccontare le sue gesta con tutte le mie energie!

baggio

E’ sempre bello vedere giocare la Nazionale in un Mondiale o a un Europeo, ma non mi dà più certe emozioni. Proprio ieri è stato avanzato da molti giornali importanti un paragone tra il gol di Eder contro la Svezia e quello di Roby in semifinale contro la Bulgaria al Mondiale di Usa ‘94. Non fraintendetemi, è vero che i gol si assomigliano, ma paragonare anche solo lontanamente questi due giocatori, seppur per un gesto simile, suona alle mie orecchie come una profanazione di un tempio buddista. Non toccatemi la sacralità di Roby vi prego. E’già dura non vederlo più con la maglia azzurra, non azzardiamo anche parabole inaudite e stonate. Ricordate l’aura di cui si avvolgeva ogni suo gol, ricordate l’euforia che vi provocava…e ora provate a fare paragoni. Io non ci riesco, perché un conto sono i gesti tecnici e un conto è ciò che questi rappresentano. Solo il 10 più amato dagli italiani è capace di andare oltre, trasformando ogni perla in un simbolo che ci faceva sentire orgogliosi di essere italiani.

Ecco perché per tutti è stato ed è Roberto. Non si può non dare del tu a un giocatore che dava del tu al pallone. La sfera era un prolungamento della sua gamba e nonostante avesse tutto contro per non giocare, quando lo faceva sembrava essere la cosa più naturale del mondo. E’ questa forse la miccia che ha fatto accendere nei tifosi ancor di più un amore incondizionato…perché è un simbolo nazionale, per la sua storia personale, perché ha accompagnato tutte le fasi della mia vita, perché il fascino che dimostrava in campo era lo stesso che lo accompagna fuori….ogni volta che sento qualcuno chiamare “Robertoooo” mi giro pensando a lui. Non me ne vogliano i vari “Roberto” sparsi in Italia e all’estero ma di Roberto ce n’è uno solo.

Roby sei l’azzurro dei nostri cuori. Senza te è dura re-innamorarsi, senza te è difficile accostare la poesia al calcio, senza di te è impossibile sentire il brivido dietro la schiena, perché sei insuperabile e imparagonabile e…

…senza Roberto non mi diverto.

P.S. Il prossimo appuntamento è per il 18 luglio con gli esordi di Roby col Caldogno, Vicenza e Fiorentina.

Foto prese da: Hardwaregame.it e Caniggiascores

Erika Eramo

 

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