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Mogol ospite a “Di Padre in figlio”: “Vorrei almeno 6 giocatori italiani a squadra”

olycom - mogol - TRASMISSIONE MUSICALE RAI "SCALO 76" - NELLA FOTO MOGOL
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Giulio Rapetti, il nostro produttore discografico più importante, autore di canzoni memorabili come “Un’avventura”, “29 settembre”, “La canzone del sole” e tantissime altre sarà presente questa sera allo Stadio Olimpico per cantare “I giardini di Marzo” di Lucio Battisti, altro suo storico brano. Abbiamo parlato con lui dell’Europeo alle porte e non solo

Maestro cosa pensa della nostra Nazionale?

Se non puntiamo sui giocatori italiani dove andremo a finire tra qualche anno? Io sono favorevole ad averne almeno 6 per ogni squadra. Se non ci pensiamo ora la situazione peggiorerà. Conte è un ottimo allenatore ma dobbiamo guardare al futuro. A nome dell’Italia faccio un appello…battiamoci per questo.

Lei non tifa nessuna squadra in particolare. Ha preferenze per squadre non italiane?

Io tifo tutte le squadre italiane quando giocano all’estero. Bisogna portare avanti il sentimento italico. Infatti l’inno della Lega Pro, La nostra canzone, è dedicato all’Italia.

Rimanendo in chiave azzurra lei ha fondato la Nazionale Cantanti. Quante soddisfazioni le dà?

Tante. Basti pensare che ha raccolto 90 milioni di euro, promuovendo ancora di più il nostro calcio. Ultimamente stiamo dando spazio anche a calciatori veri per rendere più spettacolari le gare. Ha avuto successo il connubio Maradona-Lavezzi in una Partita del cuore: Diego giocava a centrocampo mentre Mario, più veloce, tornava in fase di recupero.

Ha realizzato ben 33 reti. Complimenti!

Sì tutti gol fatti da attaccante. Avevo una media di un gol a partita. A un certo punto ci siamo ritrovati con 7 giocatori in attacco ed ho dovuto arretrare io per dare una mano a Paolo Belli. Da allora non ho più segnato.

Quando nasce la passione per il calcio?

Tardi. Ho iniziato a giocare quando avevo 39 anni. Quando gli altri appendevano i classici scarpini al chiodo io li mettevo.

Stasera si esibirà con un classico, “I giardini di marzo”. Cosa rappresenta per lei?

La mia vita perché è fortemente autobiografica.

“Fiumi azzurri e colline e praterie dove corrono dolcissime le mie malinconie”. Sulle praterie-spalti questa sera ci saranno fiumi azzurri di tifosi e la malinconia sarà un sentimento predominante. Le piace l’idea di unire idealmente le generazioni in un sentimento comune?

Assolutamente sì e sono contento di partecipare.

Credo che ogni tifoso laziale che si rispetti questa sera sarà cullato dalle note del poeta della musica e penserà, leggendo il testo de La nostra canzone, che sembra scritto apposta per lui e per questa serata:

“Ah, Italia questo grande cielo chiaro spande azzurro in tutti noi
tutti noi, una sola ispirazione tutti noi, una fede un’emozione.
Ah, volare come aquile reali fiancheggiando le pareti
di lassù le autostrade coi trenini di lassù i primi calci dei bambini
e sentirci stretti e uniti in questo stadio è un piacere che non deve finir mai
respirare tutti insieme palpitando accanto a voi che sul campo lotterete anche per noi…”

Foto presa: Ragusanews.com

Erika Eramo

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