Abbiamo rivolto qualche domanda all’ex centrocampista di Roma, Napoli e Milan sul recente derby capitolino e sulla partita di Champions League contro l’Atletico Madrid. Non manca qualche considerazione sul campionato oltre a curiosità davvero gustose
Sabato cosa ha fatto la differenza nel derby? Le piace questa Roma targata Di Francesco?
La Roma rispetto allo scorso anno si è compattata. Il quid dell’allenatore consiste nell’aver valorizzato tutti i giocatori ed aver creato un gruppo che prima non c’era. Questo è stato il vantaggio che ha pesato ai fini del risultato contro la Lazio.
Come definirebbe Eusebio?
Un addestratore di calcio che sa, vuole e deve essere competitivo su tre fronti: campionato, Champions League e Coppa Italia, quindi deve impiegare tutti senza distinzioni. Il fatto che Gerson abbia realizzato una doppietta a Firenze è emblematico di questo. Riesce a far rendere tutti al massimo delle loro potenzialità.
Lei da allenatore si rispecchia in lui?
Sì. Io ragiono un po’ come Di Francesco.
E’ questa quindi la differenza rispetto alla Roma spallettiana? Eppure Luciano sta facendo bene all’Inter.
Ha sempre gli stessi giocatori però. Un problema comune a Inter e Napoli è che si ritrovano la panchina corta. Se penso ai nerazzurri i due imprescindibili sono Perisic e Icardi mentre al Napoli se sono sono out Insigne e Mertens sono problemi. Chi è imprescindibile in questa Roma? Nessuno.
E il problema del Milan invece qual è, Europa League a parte?
Sono contento per il Milan in Europa, ma lì il livello è davvero basso, quindi nessuna sorpresa. Per quanto concerne il nostro campionato è una squadra in fase di assemblaggio ed è normale la situazione sia nebulosa, ma andrà migliorando.
In Champions League cosa non ha funzionato mercoledì a Madrid?
Nulla, semplicemente una partita importante la dovevamo lasciare per strada. Hanno scelto questa, la più indolore.
Come è nata la sua attività di chef e come sta andando il ristorante “Undici”?
Gli ho cambiato il nome in “Sacro e Profano 11” perché la sede non è più la stessa. La nuova sede è una vecchia chiesa sconsacrata, allora ho giocato sul contrasto.
E’ andato a trovare Pruzzo nel suo ristorante “Il Nove”?
No, ma mi sono ripromesso di farlo. Ho parlato già con i suoi soci Faccini e Di Carlo.
Quale piatto le riesce meglio cucinare?
Oltre ai classici piatti romani invento proprio delle mie specialità. E’ famoso per esempio lo spaghetto nero di seppia, fragole e gorgonzola, che io ho associato a Rudi Garcia.
E quale associa a Francesco Totti?
La cacio e pepe.
Un aneddoto culinario legato ad un ex compagno di squadra?
Carletto Ancelotti è una buona forchetta. Gli piaceva molto la cucina dei miei genitori. A casa nostra dava libero sfogo a tutta la sua passione per la buona tavola.
Foto presa da: Il Quotidiano del Lazio
Erika Eramo