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Marco Negri: “Immobile può vincere la Scarpa d’oro. Gaucci? Ha fatto grande il Perugia”

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L’ex attaccante sicuro che il bomber biancoceleste continuerà con la sua media incredibile. Elogi anche a Lukaku (“ha fatto fare il salto di qualità all’Inter”) e Cristiano Ronaldo (“è una macchina”). Un ricordo dell’ex presidente degli umbri, scomparso da pochi giorni: “Generoso, intraprendente e intuitivo”

Parlare di attaccanti con lui che di gol se ne intende, avendone segnati a grappoli nella sua carriera, è un piacere. Abbiamo intervistato Marco Negri, ex bomber negli anni novanta e duemila di tantissime squadre tra cui Cosenza, Bologna, Perugia, Livorno e soprattutto Glasgow Rangers dove, tra il ’97 e il ’99, diventò un vero e proprio idolo della tifoseria. Nel 1998 vinse la classifica cannonieri e arrivò anche quinto nella classifica della Scarpa d’oro, obiettivo che oggi ha messo nel mirino Ciro Immobile. Ce la farà? Parola all’esperto, che ci ha parlato di questo e tanto altro.

Marco, nel 1998 ti sei classificato quinto nella Scarpa d’oro. Secondo te, Immobile quest’anno può vincerla?
“Dovrebbe prendersi un bel raffreddore Messi (ride, ndr). Seriamente, può farcela, se la giocherà fino all’ultimo e dai suoi gol passeranno le speranze di scudetto della Lazio. Farà tante reti perché, oltre ad aver raggiunto una maturità incredibile, gioca in una squadra che crea tantissimo. Lui è bravissimo nei movimenti, lo è sempre stato, e poi ha una grandissima fiducia che negli attaccanti è la caratteristica migliore”.

Da un grande attaccante a un altro, Romelu Lukaku. Come lo vedi il paragone con Icardi?
“Sono giocatori assolutamente diversi. Entrambi sono grandissimi attaccanti: Icardi lo definisco un ‘finalizzatore’, partecipa relativamente poco al gioco della squadra, non è uno che viene indietro e ti aiuta. Invece Lukaku è perfetto per la manovra di Conte, i compagni quando sono in difficoltà lo cercano, non perde mai il pallone, fa salire la squadra e si guadagna punizioni”.

Ti aspettavi un impatto così positivo in Italia?
“Sì perché, in Serie A, gente con questa fisicità si adatta benissimo. Ha creato una grande coppia con Lautaro e ha fatto fare il salto di qualità all’Inter. Secondo me può ancora migliorare, se riesce a bilanciare il tempo in cui giocare di fisico e quello in cui andare in profondità. Diventerebbe ancora più devastante”.

Passiamo a Cristiano Ronaldo, fresco di compleanno. A volte ci si dimentica che ha 35 anni. Come si riesce a restare così forti?
“Parliamo nel suo caso di età biologica, che dipende dall’usura, dagli infortuni che hai avuto in carriera e dallo stile di vita. Lui è una macchina, un professionista esemplare, ha cambiato il suo gioco perché una volta saltava più facilmente l’uomo, adesso meno ma ha un’intelligenza, un intuito e una fiducia nei propri mezzi che gli fanno fare la differenza. Ciò che mi sorprende di CR7 sono le percentuali di realizzazione, sono incredibili”.

Continuano essere pochi gli attaccanti italiani che provano l’esperienza all’estero con buona fortuna, ultimi casi Cutrone e Kean. Tu che invece sei andato benissimo, come te la spieghi questa difficoltà?
“La capacità principale è quella di adattarti al campionato dove vai perché ogni lega ha le proprie caratteristiche. La Spagna punta molto sull’aspetto tecnico, l’Italia su quello tattico, la Germania su quello fisico ecc… Nel Regno Unito la caratteristica principale è l’intensità e la velocità del passaggio e anche gli arbitri si adeguano, fischiando molto meno. Un contrasto che in Italia viene punito con il cartellino giallo, spesso in Inghilterra non viene nemmeno fischiato perché si lascia più spazio alla “lotta” e al duello. O ti adatti subito sfruttando le tue caratteristiche o puoi andare in difficoltà”.

Nella tua lunga carriera hai giocato con il Perugia nel periodo di Luciano Gaucci, scomparso da pochi giorni. Che ricordo hai del presidente?
“Di ricordi ce ne sono tantissimi. Era capace di mandare tutti in ritiro dopo una sconfitta, ma era anche generoso, intraprendente e intuitivo. Ha portato al Perugia nomi impensabili come Rapajc, Nakata, Materazzi, Gattuso, Grosso, Liverani, Bucchi e ne dimentico tanti altri. Il personaggio non passava inosservato, bisogna vederlo a 360°, aveva dei difetti come tutti, però in questo momento bisogna ricordare i suoi pregi, la sua generosità, la sua ambizione, tutto ciò che ha fatto per il Perugia con i vari giocatori che ha scoperto prima di altri presidenti”.

A proposito di Perugia, che ne pensi del ritorno di Serse Cosmi?
“Per tutte le società, quando non hanno delle risposte che vogliono sul campo, è più facile cambiare l’allenatore che 5-6 giocatori. Serse è un ottimo tecnico, la piazza lo ama, la squadra è di alto livello e ci sono tutti gli ingredienti per tornare in Serie A”.

Fonte foto: calcioline.com, calciomercato.com, unionesarda.it

Francesco Carci

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