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Federico Morlacchi, due volte campione del mondo ai Paralimpici, sul nuoto e la Juve

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Memori della lezione di Giorgio Martino a proposito di diversificazione multi-sportiva e in concomitanza con lo stop del campionato per la nostra Nazionale abbiamo intervistato un eccellente nuotatore per parlare dei risultati raggiunti e della sua squadra del cuore

Come e quando si è affacciato a questo sport? Quanto si allena per avere certi risultati?

A 3 anni, perché con la protesi avevo problemi alla schiena e il nuoto ero lo sport più idoneo e consigliato. Sei giorni a settimana. Dal lunedì al sabato in vasca per due ore al giorno. Il lunedì, mercoledì e venerdì in palestra per un’ora e mezza al giorno.

Qual è il suo stile?

Il delfino, il più tecnico. Gareggio anche nelle specialità dello stile libero e della rana (il dorso solo nei misti).

Lei ha collezionato 18 medaglie, tra cui quattro ori, due ai campionati mondiali IPC e due ai campionati europei IPC. Quale caratteristica deve avere un vero campione? Quale dote lei si riconosce?

Sicuramente il senso del sacrificio. Personalmente riesco ad assumermi sempre le mie responsabilità quando non riesco a raggiungere il traguardo prefissato. Non bisogna avere scuse.

Cosa vuol dire per lei la parola record?

È un limite, una barriera da abbattere con l’impegno costante.

Chi vuole ringraziare per il percorso fatto fin qua?

La mia famiglia, il mio allenatore Massimiliano Tosin, il cui carattere focoso mi sprona sempre a fare meglio e Daniela Colonna Preti, Presidente della mia società, la Polha Varese, che mi è stata sempre vicino.

Prossimi impegni agonistici?

A dicembre il Meeting Internazionale di Brescia, poi gli Italiani Invernali Assoluti, l’ Europeo a Madeira e l’ Olimpiade.

Cosa si prova ad essere stati nominati Ambasciatore del mondo 2015 e Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana?

Finalmente il mondo dà valore allo sport. E’importante perché significa un riconoscimento extra-sportivo.

A proposito di extra-sportivo i suoi interessi al di là del nuoto?

Studio osteopatia e sono appassionato di cinema. Mi piace guardare ogni genere di film.

Cosa si può fare per dare più visibilità allo sport paralimpico?

Sono già stati fatti dei grossi passi avanti a riguardo. Al momento c’è un accordo con la Rai per le gare più importanti. Speriamo venga maggiormente valorizzato in futuro.

In quanto Direttore di un sito di calcio non posso esimermi dal farle questa domanda. Per quale squadra tifa e perché?

La Juventus, perché ho una famiglia bianconera alle spalle, a parte un padre di fede interista. Sono uno juventino molto pacifico comunque.

Secondo lei quale mancanza si è fatta più sentire tra Pirlo, Tevez e Vidal per questo inizio di campionato così difficile per la ‘vecchia signora’?

Sicuramente Tevez. Rispetto alla scorsa stagione ci sono più squadre coinvolte nella lotta al titolo e sarà durissima per la Juve trionfare nuovamente.

Anche lei sicuramente avrà avuto una fase negativa. Quale tra tutte è stata determinante perché l’ha spinta a cambiare?

Nel 2010, a 16 anni, c’è stato un momento davvero pessimo. Avevo disputato l’ Europeo ed era andata bene, perciò mi ero montato la testa e l’anno dopo, forse pensando di vivere di rendita, ho invece fatto una brutta figura. Mi ero allenato male. Ho promesso a me stesso di non concedermi più il lusso di dormire sugli allori.

Erika Eramo

 

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