L’ex tecnico di Lazio, Palermo e Fiorentina ha rilasciato un’intervista per Passione del Calcio in cui ha parlato della sua carriera e dell’attualità calcistica
Lazio e Palermo sono le squadre con cui è riuscito a mostrare tutto il suo valore, vincendo una Coppa Italia con i biancocelesti e sfiorandone un’altra con i rosanero. Poi la parentesi non troppo positiva di Firenze e quella sicuramente più soddisfacente di Genova sponda Sampdoria. La sua ultima esperienza in panchina è stata Bologna, dove ha conquistato una promozione dalla B alla A per poi essere esonerato il 28 ottobre 2015 dopo aver perso in casa contro l’Inter.
Lei ha conquistato una storica promozione dalla B alla A con la Salernitana. Come ricorda quel successo? C’è stata la possibilità negli ultimi anni di tornare nella città campana?
Penso che sia stata un’impresa storica, in un ambiente particolare che non era abituato a vincere. La squadra però mi ha seguito in tutto e per tutto, ottenendo un risultato secondo me molto importante. Nonostante ciò non c’è mai stata nessuna possibilità di ritorno a Salerno.
A Roma a distanza di anni si parla ancora del suo tuffo nel fontanone del Gianicolo dopo la vittoria della Lazio nella stracittadina del 10 dicembre 2006. Come nacque questa idea?
Secondo me hanno voluto dare un risvolto che non è quello originale, visto che non si trattava di un fatto goliardico o di voler festeggiare il derby. Tutto nasce da un voto che feci con un’ecclesiastica, lei disse che se la Lazio avesse vinto il derby avrebbe fatto il bagno nella fontana ed io scherzando le risposi che lo avrei fatto anch’io. Poi lei andò lì e mi disse che stava facendo il bagno “accusandomi” di non essere stato corretto. Quindi lo feci, anche se lei onestamente non c’era e non si è mai buttata in quella fontana.
Rimanendo in tema derby, cosa si aspetta dal ritorno della semifinale di Coppa Italia?
Il derby a Roma è qualcosa di particolare, non è una partita che dura la settimana prima e la settimana dopo così come avviene in altre piazze, bensì tutto l’anno e anche i derby di Coppa Italia sono molto sentiti. Mi aspetto una partita molto tesa, particolare, dove le due squadre si giocano tanto, ma visto il risultato dell’andata credo sia favorita la Lazio.
Con la Lazio ha avuto l’opportunità di disputare la Champions League. Cosa ha provato a confrontarsi con squadre del calibro del Real Madrid e se ha qualche rammarico per come si è conclusa quell’esperienza.
In questo mestiere non si può vivere di rammarichi, sicuramente col senno del poi c’è un po’ di rimpianto per la partita in casa con l’Olympiacos, con un risultato a mio parere ingiusto per ciò che aveva espresso la squadra, ma purtroppo è andata così.
La finale di Coppa Italia conquistata con il Palermo può essere considerata una delle soddisfazioni più grandi vissute da allenatore vista anche la presenza di 40000 palermitani all’Olimpico? Un’eventuale vittoria avrebbe potuto dare una svolta alla sua carriera?
Non penso che avrebbe dato una svolta alla mia carriera, perché dipende anche dal contesto dove alleni. Chiaramente fu qualcosa di storico anche per il Palermo, sicuramente fu una delle pagine più belle della mia carriera, perché onestamente vedere 40000 palermitani gioiosi, festanti, che hanno invaso Roma, per me è stato motivo d’orgoglio e so che se tornassi nella città siciliana sarai ricordato anche per questo.
Per quanto riguarda i periodi a Firenze e Bologna, cosa non è andato secondo lei?
A Firenze non è andato l’epilogo, ma non si può vivere di rammarico, anche se effettivamente dal punto di vista mediatico non è stato qualcosa di gratificante. Per quanto riguarda Bologna è mancata la pazienza, credo di aver fatto un buon lavoro, anche perché poi la squadra si è poi salvata tranquillamente. Era il primo anno in Serie A dopo la promozione dalla B, un anno particolare, ma la società non ha saputo aspettare.
Tra i calciatori più forti che lei ha lanciato c’è senz’altro Edinson Cavani, oggi in forza al Paris Saint Germain, club con il quale ha vinto tutto in Francia. In quali dei maggiori campionati europei lo vedrebbe bene?
Cavani è un giocatore che ha grandi motivazioni, tanta autostima e soprattutto forza fisica. Avrebbe potuto fare due partite nel giro di poche ore a livelli eccelsi, dal punto di vista fisico è il calciatore più forte che abbia allenato. Vede la porta come pochi, ha delle qualità che si conciliano con tutti campionati, a differenza di altri che hanno bisogno di tutta una serie di fattori favorevoli per esprimersi al meglio.
Cosa pensa di Simone Inzaghi e del gran lavoro che sta facendo alla Lazio? Quando lo allenava avrebbe mai pensato di vederlo un giorno su una panchina di Serie A?
Simone lo seguo con affetto e sta facendo qualcosa che va oltre le più rosee previsioni, ma è difficile ipotizzare queste cose quando alleni dei calciatori. Un predestinato in tal senso era Breda, era un allenatore in campo per il modo di porsi, e per il modo di essere all’interno dello spogliatoio. Quasi tutti gli altri nel momento in cui sono giocatori pensano solo a se stessi, mentre fare l’allenatore è un mestiere completamente diverso, devi pensare a tutti tranne che a te stesso.
Per quanto concerne la conquista dei posti validi per l’Europa League chi vede favorita? La Fiorentina può rientrare in corsa?
Molto dipende dalla classifica, chi a fine marzo è avanti ha maggiori possibilità di giocarsi le proprie carte fino alla fine, per questo dico Lazio, Inter e Atalanta. Ritengo difficile che la Fiorentina possa rientrare in questo discorso.
Quante possibilità dà al Palermo di salvarsi? Ricorda una lotta salvezza con squadre con un punteggio così basso in questa fase del torneo?
Non è mai capitata una situazione del genere, con l’Empoli che perde sei partite di fila e le altre che riescono a recuperare appena un punto, questo la dice lunga sul valore delle squadre che stanno dietro. Teoricamente c’è la possibilità per il Palermo di poter rientrare, solo che visti i risultati si fa fatica a pensare che ci siano ancora dei margini. Mi auguro che possa farcela, come ho detto prima sono rimasto molto legato a questa realtà.
Antonio Pilato
Ringrazio sentitamente Delio Rossi per il tempo dedicatomi per quest’intervista.