Un piccolo omaggio ad uno dei più conosciuti giornalisti sportivi della storia del calcio italiano
Uno dei motivi per cui lo sport, ed in particolare il calcio, fa così presa sulle persone è la sua capacità di coinvolgerci fino ad immedesimarci in quello che vediamo. Questo vale per i giocatori, per gli allenatori, ma in molti casi anche per le trasmissioni sportive. Quale appassionato di calcio, vedendo “Il Processo di Biscardi”, non si è immaginato lì, in diretta nazionale, a discutere animatamente con i propri amici all’indomani dell’ultima giornata di Serie A? Quanti di noi per anni hanno reclamato la “Moviola in Campo” per porre fine alle ingiustizie arbitrali che subiva la nostra squadra del cuore? Il Processo del lunedì era un fenomeno sui generis, una sorta di Bar Sport istituzionalizzato, non sempre impeccabile dal punto di vista giornalistico, ma familiare, amichevole, coinvolgente. Arrivava alle persone. Questo e tanto altro era Aldo Biscardi, prima ideatore e poi conduttore di quel programma che per anni ha dominato il palinsesto sportivo italiano.
Nato in provincia di Campobasso nel 1930, a 22 anni Biscardi esordisce nel giornalismo come collaboratore del quotidiano napoletano Il Mattino. Nel 1956 passa alla testata romana Paese Sera diventando poi negli anni successivi capo redattore della sezione sportiva. Nel 1958 racconta da inviato la Coppa del Mondo in Svezia. La sua carriera spicca il volo quando nel 1979 entra in Rai dove rimane fino al 1993. Presso la televisione di stato Biscardi lancia la prima versione del Processo del Lunedì, di cui diventa conduttore nel 1983. Dieci anni più tardi il giornalista molisano lascia la Rai, passando prima a Tele + e poi a La7 nel 2001. La canonica trasmissione del lunedì cambia nome nel Processo di Biscardi, ma rimane un appuntamento fisso per gli appassionati al termine di ogni giornata di Serie A.
Dopo lo scoppio dello scandalo Calciopoli Biscardi lascia La7 a causa delle intercettazioni telefoniche in cui Luciano Moggi, in cambio di regali come orologi nuovi, gli chiedeva di manipolare la moviola per mostrare solo alcuni episodi ed altri no. Niente condanna penale per il conduttore molisano, ma l’Ordine dei Giornalisti lo sospende per sei mesi. Ritenendo questa decisione ingiusta Biscardi decide di non voler confermare l’iscrizione all’albo, continuando però la sua carriera da giornalista e il suo programma “Il Processo” prima su 7 Gold e poi su T9. Negli ultimi anni Biscardi è apparso come inviato alla trasmissione Quelli che il Calcio su Rai 2 ed ha intervistato anche diversi personaggi appartenenti a mondi diversi rispetto a quello dello sport (politica, spettacolo etc.) L’8 ottobre 2017 è infine venuto a mancare al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, all’età di 86 anni, proprio all’inizio della prima stagione della storia della Serie A con la famosa “Moviola in campo” (VAR), da lui invocata per anni nelle sue trasmissioni.
Noi di Passione del Calcio abbiamo interagito diverse volte con lui, io in particolare ho avuto la fortuna di chiacchierarci durante una trasmissione radiofonica andata in onda a Febbraio 2015, subito dopo la sfida di Europa League tra Roma e Feyenoord. Era una delle mie prime esperienze in radio e ricorderò sempre quella conversazione con affetto.
Un caro saluto Aldo
Luca Missori
(Fonte immagine: Repubblica.it)
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