Ecco i 3 giocatori top per altri 6 redattori
Simone Cesarei
1. Roberto Baggio
A volte ci sono momenti in cui, seduto sul divano o in un pub e vedendo una partita o un Tg sportivo, mi vergogno di quello che è diventato il calcio. Giornalisti terroristi, presidenti gestori, giocatori mercenari. Proprio in quei momenti mi rifugio nella nostalgia, e in particolare nella nostalgia di colui che secondo me è stato il più grande di tutti. Non si parla semplicemente di mero genio calcistico, non si parla della sua classe infinita o di gol capolavoro. Il Divin Codino è stato il migliore perché mi ha insegnato a non arrendermi mai. Mi ha insegnato che per quanto la vita possa colpire duramente, ognuno di noi possiede dentro di sé la forza per rialzarsi. I successi sportivi che ha conseguito sono una diretta conseguenza della ferma consapevolezza di essere il più forte, non perché lo dicono gli altri, non per un Pallone D’Oro ricevuto, ma perché se sei pronto a rischiare tutto per il tuo sogno, se sei pronto a sfidare la vita, allora hai già vinto. Grazie Roby.
2. Alessandro Nesta
Il mio più grande rimpianto è non aver potuto vedere, almeno non coscientemente, la fantastica Lazio del 2000. Avevo solo tre anni allora, ma ricordo che il giorno dopo lo Scudetto conquistato, andai a scuola con la maglia della mia Lazio e decisi che non l’avrei mai più lasciata. Non aver potuto vedere uno dei più grandi difensori della storia del calcio vestire la gloriosa maglia della mia città però è un enorme rimpianto. Nesta è stato l’unico e vero capitano del popolo laziale, strappato alla sua gente dal calcio aziendale schiavo del dio denaro, e rimarrà per sempre il mio modello di lazialità.
3. Steven Gerrard
Baluardo di un calcio che non esiste più, ultimo esponente di una delle filosofie calcistiche che ammiro maggiormente. Il “You’ll never walk alone” dei tifosi del Liverpool non è solo un inno, è uno stile di vita. L’uno a fianco all’altro, nel calcio come nel quotidiano, per sconfiggere insieme gli ostacoli che questa esistenza pone sulla nostra strada. Se a questo aggiungiamo la classe di uno dei centrocampisti inglesi più forti di tutti i tempi, la mia ammirazione non può che essere senza confini.
Giuseppina Citera
1) Roberto Baggio, colui che mi ha fatto innamorare del calcio. Un vero numero 10 in grado di farmi sognare per le sue giocate contraddistinte dalla classe, dall’eleganza e dalla fantasia. A questo si aggiunge il suo comportamento sempre leale ed esemplare dentro e fuori dal campo. La sua figura mi ha insegnato che per realizzare i propri sogni bisogna lottare sempre ed andare oltre gli ostacoli che il destino ci presenta.
2) Javier Zanetti, il mio capitano. Per descriverlo al meglio prendo in prestito il titolo della sua biografia “Giocare da uomo” perché alla sua qualità tecniche ha abbinato la costanza e la voglia di dare tutto fino all’ultimo minuto. Altre doti che mi hanno spinto ad ammirarlo sono state la sua lealtà, la sua correttezza e il rispetto dentro e fuori dal campo. Incarna, inoltre, quella che dovrebbe essere la figura dell’atleta, ovvero una persona semplice che ama allenarsi e non si concede mai eccessi fuori dal campo. A ciò aggiunge anche quella che è la sua “missione” aiutare i bambini della sua fondazione. Anche lui mi ha insegnato che non bisogna mollare mai.
3) Mauro Icardi. Attualmente, il giocatore di maggior talento dell’Inter. Un vero e proprio bomber dell’aria di rigore, non è un caso che spesso in questa stagione ha trasformato in rete le poche occasioni che aveva a disposizione. Ad impressionarmi sono i suo numeri perchè a soli 23 anni è già stato capocannoniere della Serie A ed ha già segnato più di 50 reti nella massima serie. Numeri da vero fenomeno e al tempo stesso impressionanti. Di lui ammiro la sua maturità nonostante la giovane età e la capacità di non sentire la pressione quando è chiamato a disputare le grandi sfide.
Alessandro Diana
1) Francesco Totti
….avanti il prossimo prego!
2)Kevin Strootman
Come La Ginestra di Leopardiana memoria, pianta che prospera anche sulle desolanti valli del Vesuvio, accrescerebbe il livello di qualsiasi centrocampo in ogni parte del globo. Come il fiore che il poeta di Recanati descrive lui ha accettato la sfida impari che lo ha messo di fronte alla natura di un ginocchio malandato e l’ha affrontata, creando in tutti i tifosi sportivi e in particolare romanisti un senso di solidarietà incredibile perché ora che è tornato tutti sperano che possa tornare quello intravisto prima. Amore a prima vista 😉
3) Andres Iniesta
La sfortuna di giocare nella stessa era e soprattutto squadra di Messi non toglie nulla per quanto mi riguarda alla classe immensa e sottovalutata dell’illusionista catalano. Tanto timido e pallido quanto incredibilmente forte tecnicamente, e con un modo di trovare il passaggio giusto nell’unico punto in cui può passare l’oggetto sferico chiamato “palla” è a livelli raggiungibili solo dai marziani del gioco e lui ci sta alla grande. Gracias Don Andrès
Glauco Dusso
1- Javier Zanetti: arrivato nell’estate del 95′ come contorno a Sebastian Rambert, ci è voluto poco per capire che il vero colpo era lui. Devastante sulla fascia, “El Tractor” si è subito distinto per qualità tecniche ma soprattutto umane. Professionista esemplare e Capitano leggendario, rifiutò il Real Madrid per rimanere al timone della “sua” Inter. Il suo viso mentre alza la Champions League una delle immagini indelebili della mia vita da tifoso.
2- Roberto Baggio: il modello calcistico di una generazione intera, sono orgoglioso di essere cresciuto avendo come riferimento lui. Classe pura dentro e fuori dal campo, da bambino non mi stava molto simpatico per la militanza juventina ma c’è voluto molto poco per andare oltre i colori. Campione eterno che fece la differenza anche con squadre di minore blasone. Chapeau.
3- Walter Zenga: uno dei portieri più forti di sempre e da bambino, volendo giocare in porta, il mio punto di riferimento. All’ “Uomo ragno” è legato il mio tifo nerazzurro, visto che quel periodo coincideva con la mitica Inter dei record con lui tra i pali. Spero che un giorno possa sedere sulla panchina nerazzurra per chiudere il cerchio della sua grande carriera.
Margot Grossi
Medhi Benatia
Arrivato alla Roma nell’estate 2013, viene premiato come miglior giocatore giallorosso nella stagione 2013/2014. Il modo di impostare, il suo spirito di gioco, gli ottimi interventi d’anticipo e la sua tecnica fanno impazzire fin da subito il pubblico romano, ma soprattutto me. Mi ha affascinato il fatto che fosse utile e decisivo non solo in fase difensiva, ma anche in fase di attacco. Nonostante il suo fisico importante, non pecca affatto di velocità. Difendeva, costruiva, serviva e segnava. Uno dei migliori difensori mai visti prima; dopo annate con una retroguardia piuttosto carente. Una coppia formidabile quella che si era formata tra lui e Leandro Castán.
Dopo un anno disputato al meglio, viene ceduto al Bayern dove approda già con dei problemi muscolari che lo costringono a saltare alcune partite. Quello successivo, sarà ancora peggio. Tuttavia, il centrale difensivo franco-marocchino nelle gare disputate risulta sempre uno dei migliori, superando in percentuale le prestazioni di nomi importanti quali Robben, Boateng.. e resta tutt’oggi il desiderio di molte big europee.
Vederlo giocare mi emoziona.
Gianluigi Buffon
Probabilmente uno di quei giocatori che ha fatto crescere sempre più il mio amore per il calcio, nonostante fosse un portiere, e mi ha fatto conoscere ed innamorare di questo ruolo.
L’estremo difensore ha vinto praticamente quasi tutto con la Juventus e con la Nazionale italiana. Ammirato ed apprezzato in tutto il mondo, a 38 anni sente l’esigenza di mettersi ancora in gioco, non tanto per mostrare a tutti quanto sia forte, bensì perché lui si diverte. Il suo fisico e la sua dinamicità gli permettono di sembrare tutto tranne che un classe 1978. Le sue doti tecniche e l’abilità nel parare i rigori, lo classificano tra i migliori al mondo.
Un esempio per tutti i giovani che inseguono questa passione, ma anche per i suoi attuali compagni di squadra.
Rodrigo Taddei
Se si pensa ad esempio al Mondiale del 2006, che ho seguito con tanto entusiasmo dall’inizio alla fine, ci sarebbero un’infinità di giocatori da elencare per cui nutro una profonda stima e che mi sono rimasti nel cuore… sono i vari Fabio Cannavaro, Francesco Totti, Marco Materazzi, Fabio Grosso, Del Piero, Luca Toni, Andrea Pirlo, Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso, Daniele De Rossi, Gianluca Zambrotta, Antonio Cassano, chi più ne ha più ne metta… per poi passare al grande ed inimitabile Zlatan Ibrahimović… o agli ex capitani di Milan e Inter che sono rispettivamente Paolo Maldini e Javier Zanetti, due grandi bandiere. Non è da sottovalutare il mio amore per dei difensori brasiliani come Thiago Silva, Daviz Luiz e Douglas Maicon. Fino ad arrivare all’argentino Messi, e ai fenomenali Ronaldo e Ronaldinho.
Ad alcuni potrebbe far ridere, di certo non lo paragono agli altri, ma se devo scegliere un calciatore a cui sono legata particolarmente dico Rodrigo Taddei. Da romanista mi ha fatto provare grandi emozioni. La sua semplicità e l’impegno che mette in campo, la tecnica e il dribbling fanno di lui un bel giocatore. Grazie al suo spirito di sacrificio lo abbiamo visto spesso adattarsi a più ruoli. Grandissimo professionista e splendida persona. Nell’estate del 2014, rimasto svincolato si accasa al Perugia, neopromosso in Serie B, ma conserva dentro di sé il suo amore i colori giallorossi. 30 agosto 2014, Roma 2-0 Fiorentina, Rodrigo è presente in Curva Sud, e viene omaggiato con cori dal popolo romanista, che suscitano in lui una forte commozione. Come dimenticare i tanti anni passati lì.
Raffaele La Russa
1) Sebastien Frey – Sono cresciuto nel suo mito, sebbene fuori dalla Fiorentina sia stato poco apprezzato. Negli anni a Firenze io giocavo portiere, e vederlo volare a destra e sinistra mi emozionava ogni volta di più.
2) Adrian Mutu – Il “Fenomeno” ha deliziato i miei occhi con giocate stratosferiche, prestazioni da favola ed anche qualche bizzarria fuori dal campo. Autentico trascinatore della Fiorentina, resterà sempre nel mio cuore la tripletta a Marassi e il gol su punizione ad Eindhoven in EL.
3) Martin Jorgensen – Diventa di proprietà Viola dopo che sia questi ultimi che l’Udinese presentano entrambi 0 euro nelle buste. Rimane quindi a Firenze e rappresenta tuttora un idolo. Schierato in qualunque ruolo in campo, qualche anno fa si traveste da autista e accompagna la squadra Viola con il pullman trasferta in Danimarca. Idolo vero