Abbiamo intervistato l’ex difensore di Juventus e Fiorentina. Si racconta tra rammarichi e vittorie, commentando gli avvicendamenti in panchina e in società di alcune squadre di serie A. Non sono mancati i ringraziamenti verso Giovanni Trapattoni e il divin codino che gli ha dato un soprannome divenuto subito famosissimo, Geppetto
E’ l’argomento delle ultime settimane: quale mister vedrebbe bene sulla panchina della Juve? Da piccolo tifava Inter…cosa pensa di Conte in nerazzurro?
Maurizio Sarri sembra ormai molto vicino ed è un’opzione buona. Ciò che non mi fa stare tranquillo però sono i 20-25 giorni per definire la trattativa. Antonio Conte lo vedo benissimo all’Inter. E’ un vincente che ha esperienza sotto tutti i punti di vista. La dirigenza nerazzurra ha fatto un colpo ad accaparrarselo.
Cosa si aspetta dal nuovo proprietario della Fiorentina, l’italo-americano Rocco Commisso?
Un cambio era necessario data ormai la rottura tra i vecchi proprietari ed i tifosi. Ci vuole pazienza, perché deve capire quali sono le mosse giuste da fare per portare i risultati che la piazza reclama.
Punterebbe ancora su Montella o cambierebbe tutto?
Come ho detto ci vuole pazienza. Ci può stare che Vincenzo rimanga, ma bisognerebbe ripartire da zero, puntando su un progetto a lunga scadenza.
Cosa la sta convincendo di più della Nazionale italiana? Cosa si augura domani per la partita contro la Bosnia ed Erzegovina?
Mancini stesso. Con lui c’è stato una sorta di anno zero dell’Italia, dopo la brutta pagina calcistica della non partecipazione al Mondiale russo. Ha fin da subito creduto nei giovani. I risultati gli stanno dando ragione. E’ vero che non abbiamo ancora affrontato grossi ostacoli, ma ci ritroviamo a punteggio pieno per la qualificazione all’europeo 2020. Domani mi aspetto la continuità di rendimento vista finora. Spero in un’altra grande prestazione, come contro la Grecia.
Lei con la Juve ha trionfato in Europa vincendo la Coppa Uefa e la Champions League. Come spiega queste difficoltà attuali in campo europeo?
Non è mai semplice vincere in Europa perché ci sono 1000 fattori che entrano in gioco. Quest’anno ci si aspettava molto di più. L’Ajax andava battuto perché la Juve ha un potenziale superiore, ma così non è stato.
Cosa ricorda di quei due successi in bianconero?
L’escalation delle partite che portarono convinzione a tutto il gruppo. Più andavamo avanti e più cresceva l’autostima e la voglia di arrivare. Anche oggi nell’ambiente Juve, comunque, si punta ad essere i migliori. I risultati arriveranno.
Il rammarico invece più grande di quella stagione in cui la Fiorentina si laureò campione d’inverno (ndr, era il 17 gennaio ’99)?
Il rammarico più grande è stato vedere la retrocessione in B dei viola dopo il fallimento della società (ndr, era l’agosto del 2002). La differenza, come in ogni cosa, la fa la mentalità e la voglia di superare i propri limiti.
E’ stato legatissimo a Giovanni Trapattoni. Cosa ci racconta delle sue qualità?
Devo tutto a lui, perchè ebbe il coraggio di puntare su di me quando ero uno sconosciuto. Una sua grande dote era quella di sapermi gestire anche fuori dal campo. E’ stato un ottimo allenatore, tra i più vincenti della storia. I suoi trionfi dicono molto del suo valore.
Una sua breve parentesi estera ha i colori dell’ Espanyol (ndr, era il 2003-2004). Come erano i derby contro il Barcellona?
C’era un’atmosfera davvero fantastica e suggestiva, ma erano confronti impari, un po’ come quelli di Davide contro Golia. I blaugrana puntavano a vincere la Liga, mentre noi pensavamo a non retrocedere. Era sempre un piacere affrontarli comunque, al di là dei risultati.
Lei è famoso per il nomignolo che le diede Roberto Baggio. Il divin codino la chiamò Geppetto. Ci racconta come nacque?
Erano i primi giorni di ritiro e Roby mi chiamò così per scherzare visto che il mio passato di falegname era già noto ai più. Questo soprannome mi ha portato fortuna, forse perché a darmelo è stato un Pallone d’Oro. Non è da tutti ricevere un soprannome da un giocatore così. Non l’ho mai detto ma gliene sono grato.
Fonti foto: corriere.it, labaroviola, wikipedia e rivistacorner.ch
Erika Eramo
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