Ricordiamo lo storico attaccante ripercorrendo la sua carriera tra palmares ed alcuni aneddoti
Nel 2016 ci lasciava uno dei centravanti più amato dal popolo fiorentino, friulano di nascita ma toscano d’adozione, che ha fatto la storia del club gigliato ed ha impresso il suo nome negli almanacchi del calcio italiano, Giuseppe “Pecos Bill” Virgili, il pistolero infallibile nelle aree avversarie. Questo soprannome gli fu attribuito da Gianni Brera ed è da ricercare anche nella passione di Virgili per i fumetti oltre a quella naturalmente per il calcio, dove ha poi raggiunto la fama mondiale.
Giuseppe Virgili naque a Udine il 24 luglio del 1935 e qui si forma calcisticamente mostrando ottime doti sia in porta sia come attaccante puro, che sarà poi il suo ruolo; qualità tecniche non eccelse ma grande grinta e potenza di tiro. Esordisce con la maglia bianconera a 16 anni e mezzo e segna la prima rete da professionista all’età di 18 anni contro il Milan, mettendosi in luce grazie alle 9 reti che contribuiscono alla salvezza dell’Udinese nella stagione 1953-1954. Queste prestazioni gli valgono la chiamata della Fiorentina un anno più tardi, e qui Virgili trascorre gli anni migliori della propria carriera. La stagione da ricordare è quella 1955-1956 dove realizza 21 delle 59 reti complessive della squadra trascinando i suoi ad uno storico primo scudetto. Quella compagine, guidata in panchina da Fulvio Bernardini, fu inarrestabile e si aggiudicò il titolo con 12 punti di vantaggio sul Milan ed una sola sconfitta al passivo, il 3-1 contro il Genoa nell’ormai ininfluente ultima giornata. Le 21 reti di Virgili e le 13 di Montuori furono fondamentali, così come la solidità di una difesa fortissima composta da Sarti in porta, Magnini, Rosetta, Cervato e Chiappella.
Gli dicevano…” Oh Beppe…te fai gol e poi finisce 1-0. Qua dietro un passa nessuno.”
Nei due anni successivi le sue marcature diminuiscono ma conquista un altro trofeo, la coppa Grasshoppers nel 1957, mentre colleziona due secondi posti in campionato e due dolorose finali perse, in Coppa dei Campioni 1956-1957 contro il Real Madrid e in Coppa Italia 1958 contro la Lazio.

Nel 1958 la sua avventura in viola finisce e viene ceduto al Torino dove i suoi 10 gol, tra cui una memorabile tripletta contro la Juventus, non bastano per evitare la retrocessione. L’anno seguente segna 20 gol aggiudicandosi il titolo di capocannoniere e riportando il Toro in Serie A. Accetta poi la corte del Bari nella stagione 1960-61 ed anche stavolta retrocede e l’anno successivo torna nel massimo campionato, segnando comunque solamente 9 reti in due anni. Ritornando alle sue origini, quando si distingueva anche come portiere, curioso è l’aneddoto legato alla stagione in A dei galletti. Si giocava Milan-Bari e Virgili segnò su punizione, poi accadde l’impensabile. Si fece male il portiere barese Magnanini e l’allenatore Luis Carniglia, vista l’impossibilità a quei tempi di effettuare sostituzioni, decise di schierare proprio Virgili in porta; il Bari giocò alla grande e segnò altre due reti mentre il Milan di Altafini riuscì a battere il “portiere” avversario solo grazie ad un autogol con Virgili che si rese protagonista di parate importanti.
A 27 anni scende addirittura in Serie C accettando l’offerta del Livorno e portandolo, alla sua seconda stagione, in Serie B grazie ai suoi 15 centri. Chiude la carriera nel 1966 ancora in Serie C, al Taranto.
Per quanto riguarda la Nazionale, Virgili disputa solo sette incontri, tra il 1955 e il 1957. Celebri i suoi “due gol e mezzo” contro il Brasile a San Siro nella vittoria per 3-0, quando arriva in spaccata con il difensore De Sordi ed entrambi toccano la palla; per il regolamento fu autogol del difensore, ma Virgili quel gol lo sente suo. L’Italia è però uno dei suoi più grandi rimpianti, dirà infatti:
“certo che ci sono stato poco in nazionale…..c’avevano ir pallino degli oriundi. Altafini, Sormani, Firmani. Vi dico una cosa. Quando prima della partita la banda sonava l’Inno di Mameli io avevo la pelle d’oca. Loro impassibili. Un gliene fregava nulla.”
Dopo il ritiro intraprende la carriera da allenatore sedendo sulla panchina del Gubbio prima di tornare nella sua amata Firenze ed allenare la squadra dilettantistica di Vicchio, nel campionato toscano di seconda categoria. Successivamente dirige la scuola calcio del gruppo sportivo Firenze Sud e nel 2013 entra nella Hall of Fame Viola.
Una persona da ammirare e da ricordare per sempre Giuseppe Virgili, il pistolero della grande Fiorentina. Passione del Calcio ha avuto il piacere di interagire con lui ben tre volte:
Queste le dichiarazioni nel febbraio 2014
Qui l’intervista di marzo 2015
Queste le parole ad aprile 2015
Fonte foto: TUTTOmercatoWEB; it.wikipedia.org
Alessandro Fornetti