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Marco Nappi: “Spero si salvino sia Fiorentina che Genoa. I cambi di allenatore non sono mai la medicina giusta”

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Abbiamo intervistato un calciatore simbolo, famoso non solo per il gesto tecnico che gli è valso il soprannome di “foca monaca”. Nippo, ex attaccante viola e rossoblu, oltre che dell’Udinese e Atalanta…ci ha parlato della giornata di oggi, dei suoi amici Stefano Pioli e Roberto Baggio, dei compianti Stefano Borgonovo e Gianluca Signorini. Con lui abbiamo analizzato il calcio italiano, concludendo col ricordo del suo ex mister Franco Scoglio

Inter-Empoli è uno snodo fondamentale sia per la zona Champions che per la lotta salvezza. I nerazzurri riusciranno a battere gli uomini di Andreazzoli, i quali stanno passando un ottimo momento?

Sulla carta l’Inter è più forte, ma le motivazioni dell’Empoli sono grandissime, soprattutto dopo la bella vittoria contro il Torino cercherà di fare risultato. Spalletti e company proveranno ad entrare in Champions altrimenti sarebbe un anno deludente per una squadra tanto blasonata.

Lo ‘spareggio’ Fiorentina-Genoa avrà come protagonista la paura? Che sfida si aspetta tra le sue due ex squadre?

La paura ci sarà sicuramente. Ai viola basta anche solo un pareggio perchè stanno messi meglio in classifica mentre i genoani si salverebbero con il pari solo se l’Inter batte l’Empoli. Una partita delicata e tesa. Spero sarà una buona gara e che entrambe si salvino.

Lei che è arrivato con i viola a disputare una finale europea come analizza questa impresa del calcio inglese? Chi parte favorito nel derby londinese tra Chelsea ed Arsenal? Tra Liverpool e Tottenham per chi pende la bilancia?

Il calcio inglese ha dimostrato la sua forza. Dispiace non vedere le italiane almeno in una finale. Da anni ci sono molte delusioni, Juve a parte, anche se persino lei non arriva fino in fondo. Perchè? Non investiamo nei settori giovanili e le società di B e C (Palermo, Bari, Avellino) sono in crisi economica. Non mi esprimo sui risultati.

A Firenze lo hanno soprannominato “foca monaca” per via di quell’azione in cui palleggiò di testa per oltre 40 metri nella semifinale contro il Werder Brema. Che cosa passò nella sua testa per fare una cosa simile?

Un gesto tecnico venuto fuori casualmente. Mancavano dieci minuti alla fine della partita e dovevo portare quel pallone più lontano possibile dalla mia area. Ci sono riuscito ma non so come ho fatto. Se quel palleggio lo avesse fatto Maradona, CR7 o Messi ne avrebbero parlato tutti. Sono contento di avere questo record: mai nessuno è riuscito a fare un palleggio di testa per ben 40 metri.

Pioli era un suo ex compagno. Si aspettava la rottura tra il mister e la Fiorentina durante il campionato?

Stefano ha fatto un grandissimo lavoro e anche quest’anno, rispetto alla rosa a disposizione, ha ottenuto buoni risultati. Quando perdi 2-3 partite si sa come va, lui è stato costretto a dare le dimissioni, ma…ed è sotto gli occhi di tutti…non si risolve nulla coi cambi di allenatore. Non è la medicina giusta perchè il malato continua ad essere malato.

Lei ha festeggiato più di una promozione in A. Chi ha più possibilità di salire nella massima serie?

Il Pescara è maturo per poter tornare in serie A.

Ci descrive il suo ex compagno Roby Baggio sia come uomo che come giocatore?

A prescindere dal talento era un ragazzo eccezionale, una persona d’oro. Quando sono arrivato il venerdì prima del mio esordio (il 22 ottobre ’89 con la Fiorentina) io e Roberto eravamo seduti uno davanti all’altro a tavola. Ero emozionato perchè avevo visto la Fiorentina contro l’Atletico Madrid in Coppa Uefa e le prodezze di Baggio, di Pin, Landucci, Pioli, Dunga e tanti altri erano ancora stampate nella mia testa. Roberto è stato un carissimo amico, molto scherzoso come me sia in campo che fuori. Un giocatore di altri tempi. Uno come lui non nascerà più. Semplicemente non ci son aggettivi per descrivere Roberto Baggio.

Nel 2009 ha organizzato un derby benefico Genoa-Samp in onore del suo amico, nonché ex compagno di squadra Stefano Borgonovo. Che ricordi custodisce di lui? Anche Gianluca Signorini, con lei al Genoa, è scomparso per la sla. Che persona era?

Dopo aver partecipato alla partita per Stefano Borgonovo a Firenze gli promisi, guardandolo negli occhi, che l’avrei organizzata anche a Genova. E’ stata dura perchè ero solo. Sono riuscito a far giocare Cassano e Mancini insieme, così come molti altri. Stefano era felicissimo. C’erano allo stadio circa 25.000 persone. Ho bei ricordi di lui, quando eravamo in ritiro a Castel Del Piano e gli feci un gavettone mentre era in fase stretching. Gianluca era molto carismatico, un fratello maggiore per tutti. Quel campionato vinto insieme col Genoa in B nell’89 è stato indimenticabile.

La cosa più divertente fatta oltre all’episodio della foca nella sua carriera? Quella invece di cui va più fiero?

Un giorno sono entrato con la gip sul campo di allenamento dell’Atalanta. C’era Fabio Gallo (con lui ho giocato insieme anche nel Brescia, nella Ternana – di cui è l’attuale mister- e nel Como) che mi gettava il pallone ed io acceleravo per prenderlo con il vetro della macchina per poi buttarlo in rete. Ho avuto una bella bacchettata dai giardinieri perchè ho rovinato un po’ il manto erboso. Ce ne sono tante di cose simpatiche e per raccontarle tutte dovrei stare qui fino a domattina. Vado fiero di tutta la mia carriera. Ho dato il massimo ovunque e i tifosi delle squadre in cui ho militato mi vogliono bene. Ciò vuol dire che Marco Nappi ha lasciato il segno e di questo sono molto orgoglioso.

Tra i tanti mister avuti c’è stato Franco Scoglio, soprannominato “Il Professore”, che ha sempre fatto parlare di sé per il suo carattere acceso. L’amore per la maglia rossoblù gli fece pronunciare l’autoprofezia: “Morirò parlando del Genoa”. Che tipo di rapporto instaurava coi giocatori e con lei?

Di lui posso dire tante cose, a partire da quella tragica sera. Era in diretta sul primo canale di Genova. Io ero a 100 metri da lui in un’altra trasmissione dell’emittente TeleCittà. Ho avuto un rapporto un po’ strano col mister perchè era geloso del mio attaccamento ai tifosi genoani. Franco voleva essere sempre protagonista della scena, lo era e lo sarebbe stato ancora oggi, in cui tutti parlano del pressing alto e delle ripartenze (invece del vecchio contropiede). Era avanti 20 anni. Ho grandi ricordi. Come allenatore sto prendendo tanti spunti da quello che lui mi ha insegnato.

Fonti foto: fiorentinauno.com, circuitigioielli, gianlucadimarzio.com e instastalker

Erika Eramo

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