I numeri ci fanno capire che c’è poca differenza se in campo c’è una squadra italiana oppure due compagini straniere
Gli usi, i costumi e le tradizioni italiane sono in continua evoluzione e il calcio è da sempre lo specchio del paese. Ed ecco che attraverso dei numeri ci accorgiamo che fino ad una ventina di anni fa il ragazzino di provincia appassionato di calcio tifava per i grandi club del nord: Juve o Inter o Milan perché erano (lo sono ancora) le compagini italiane più blasonate e con più campioni da ammirare. Ora dopo l’avvento delle pay tv e della globalizzazione sia i bambini che i ragazzi sparsi in tutta Italia spesso tifano anche per una big europea.
Una volta nel nostro paese giungevano al massimo delle immagini di gol realizzati una decina di giorni prima dai fuoriclasse che giocavano in campionati esteri. Poi con l’avvento di Eurogol la trasmissione Rai condotta da Gianfranco De Laurentis e Giorgio Martino le analisi sulle gare estere erano diventate più dettagliate, ma ciò non è minimamente paragonabile con quello che avviene oggi. Ormai un abbonato alle pay tv ha le stesse possibilità di guardare in tv una partita di Serie A piuttosto che della Liga o della Premier League. Ora grazie ai voli low cost andare in una città estera per assistere ad una partita o per visitare uno stadio estero è alla portata quasi di tutti. Così come le grandi aziende internazionali si stanno comprando pezzi di Italia sul mercato, così il calcio internazionale si sta prendendo una fetta del nostro pubblico. La stampa e le tv del nostro paese danno più spazio ai risultati ottenuti dal Real Madrid piuttosto che dal Barcellona rispetto al Carpi o al Frosinone. I numeri ci dicono che una partita estera tra due big tira molto di più di una sfida salvezza del campionato italiano.
Nei negozi italiani vanno a ruba le maglie del Barca, del Real, dello United, del City, del Chelsea, del Bayern e del Psg. Ad alimentare di più questo fenomeno sono proprio ovviamente i ragazzi più giovani che accorciano il divario tra il tifo per una squadra italiana e quello per una non italiana.
Nei social network si trova di tutto e con un semplice clic ci si iscrive al fan club di una determinata squadra che risiede fuori dai confini.
Ad influenzare questa tendenza c’è anche sicuramente la Serie A. Innanzitutto arrivano in Italia meno campioni rispetto ad un tempo e poi non c’è quasi più il fattore speranza essendoci pochissimo equilibrio (scaturito dai diritti tv). In Italia dal 2001 in poi hanno vinto i campionati solo le solite tre grandi del nord, mentre in Spagna nel 2014 ha trionfato l’Atletico Madrid; nella Premier League gli ultimi sei campionati sono stati vinti 4 volte da squadre con poco blasone (2 Chelsea e 2 City) e quest’anno il Leicester sta facendo sognare milioni di persone; nel 2009 in Germania il Wolfsburg ha festeggiato il primo posto per la prima volta; infine in Francia il Psg, che sta dominando la scena, ha poca tradizione e comunque nel 2011 il Lilla è arrivato sopra a tutti e nel 2013 ha fatto lo stesso il Montpellier per la prima volta nella propria storia.
Naturalmente io da appassionato di calcio non mi pongo limiti essendo outside the box…
e perciò:
¡Fuerza Barca! … ¡Visca el Barca! …
Stefano Rizzo