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Milan, storia di una squadra “spuntata”

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Sembra essere proprio questa la strategia della società rossonera per arrivare ai traguardi che si dice siano perseguiti, ma alcuni dubbi sull’eventuale riuscita di tale “diabolico” piano cominciano ad emergere. Il campionato in corso darà sicuramente delle risposte e si potrà valutare meglio se continuare con la politica del centravanti sul viale del tramonto affiancato da un Rafael Leao che sembra non emergere mai

Nel gennaio 2020 ci fu il grande ritorno di Zlatan Ibrahimović, osannato, nonostante i suoi 38 anni, sia per le sue qualità che per il bel ricordo che si aveva di lui nel cuore e nelle menti dei tifosi rossoneri. Certamente lo svedese ha ben figurato sino al suo addio al calcio nel 2023 quando appese gli scarpini al chiodo per indossare immediatamente la “cravatta” da dirigente, sempre per la società rossonera. Nel luglio 2021 ci fu l’arrivo di Olivier Giroud, il quale con i suoi 35 anni non poteva certo dare una ventata di gioventù all’attacco rossonero, ma portare qualità, quella sicuramente sì. Naturalmente sappiamo tutti che, nonostante le loro venerande età, i due campioni hanno dato comunque lustro alla società meneghina, dato che anche grazie al loro apporto si è tornati a disputare la Champions League e addirittura a vincere uno scudetto, ma pur dando atto di ciò non si può negare che vi siano molti lati negativi sulla scelta di giocatori avanti d’età. Chiaramente si parla di veri e propri fuoriclasse, ma la scelta di puntare su di loro, ha ovviamente precluso l’arrivo di attaccanti giovani da mettere titolari, grazie ai quali si potrebbe portare avanti un progetto a lungo termine, anche perché spesso si sente parlare appunto di progetto a lungo termine, tranne che poi gli attori principali, quelli che in ogni squadra fanno la differenza, non possono garantire quel lungo termine. Sta forse qui il limite della politica rossonera, nella scelta del centravanti.

Zlatan Ibrahimović e Olivier Giroud

Álvaro Morata, 31 anni, è l’ultimo arrivato, ha sicuramente ringiovanito il reparto d’attacco rossonero, ma ha giocato un breve spezzone della prima partita di campionato, rendendosi comunque protagonista con una rete e con la spinta che ha portato poi all’insperato pareggio nei minuti di recupero contro il Torino, ma si è subito infortunato, quindi indisponibile sino al rientro dalla sosta per le nazionali (per la Nations League 2024-25 ndr). Quindi, dati alla mano, il centravanti è di gran lunga più giovane, ma sempre oltre i 30 anni (32 il 23 ottobre). Una riflessione conseguente e anche abbastanza immediata la si può fare con il raffronto tra il Milan e le squadre che vanno per la maggiore constatando come tutte, o quasi, abbiano un vero e proprio centravanti di peso che, quando non giovane, ha quantomeno una vena realizzativa incredibile. Si possono fare tantissimi esempi, ma ne basteranno pochi per comprendere il punto di vista che stiamo cercando di portare alla luce. Si pensi già sul piano nazionale, l’Inter con un certo Lautaro Martínez, 27 anni, ma all’Inter già dal 2018 e la sua crescita è stata esponenziale sino al titolo di capocannoniere della passata stagione. Il Napoli con Victor Osimhen, 25 anni, in azzurro dal 2020, capocannoniere due anni dopo. L’arrivo, sempre nella squadra partenopea, di un altro centravanti di peso come Romelu Lukaku, 31 anni, non più giovanissimo, ma sicuramente con medie realizzative altissime e scelta dovuta da Antonio Conte che ne apprezza enormemente le qualità sia tecniche che tattiche. La Juventus con Dusan Vlahovic, 24 anni e da 2 e mezzo in bianconero, probabilmente deve ancora completamente sbocciare, ma di sicuro il suo peso in attacco si sente e tutta la squadra ne trae giovamento. All’estero si potrebbero fare tantissimi esempi, ma ne basta uno su tutti… Erling Haaland, 24 anni, con una media realizzativa spaventosa di un goal a partita.

Rafael Leão

Paradossalmente la strategia del centravanti adottata dai rossoneri potrebbe non essere il vero problema dell’attacco. Qualora “accontentarsi” di un centravanti “attempato” fosse dovuta, come detto, ad una strategia comune tra società ed allenatore, potrebbe significare che ci si aspettano risultati concreti dagli altri attori del reparto offensivo rossonero e, su tutti, sicuramente in maniera più incisiva dal quotatissimo Rafael Leão, il vero fuoriclasse della squadra. Il portoghese però è al Milan dal 2019 ed ora ha raggiunto un’età, 25 anni, in cui non si aspetta più l’esplosione di un talento, ma si chiedono fatti e concretezza per colui che ha dei numeri tecnici sicuramente superiori alla media, ma che purtroppo non è maturato mentalmente, almeno sotto il profilo calcistico. Questa potrebbe essere la nota dolente che impedirebbe al Milan di competere ai massimi livelli. Una squadra con il freno a mano tirato! Questo inizio di campionato ha dato una pessima impressione di una rosa che, sulla carta, dovrebbe avere ben altro rendimento. Un dubbio doloroso si affaccia alla mente, il timore che non sia Leão ad allinearsi alla squadra, bensì il contrario e che Rafael stia trascinando gli altri compagni ad un ritmo compassato e superficiale, cose che possono portare solo pessimo gioco e scarsi risultati. Speriamo, per i colori rossoneri, di sbagliarci e che uno scossone arrivi presto nel club e nella squadra. Il Milan deve volare alto e per farlo c’è bisogno che tutti diano il massimo e che nessuno, invece, pensi di poter passeggiare, scivolare, sbagliare senza conseguenze.

Fonti foto: sport.sky.it; eurosport.it; repubblica.it

Luigi A. Cerbara

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