Home Interviste in Esclusiva Paolo Condò: “Messi vale Maradona. Per il Pallone d’oro…”

Paolo Condò: “Messi vale Maradona. Per il Pallone d’oro…”

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Abbiamo intercettato telefonicamente il noto volto di Sky nonché firma della Repubblica e giornalista italiano designato per la votazione del premio di France Football. Un’intervista sul Mondiale ma non solo

Cosa ha avuto in più l’Argentina per trionfare?

I mondiali li vincono 6 o 7 squadre e l’Argentina era data come terza forza dietro Brasile e Francia dai bookmakers. Messi, consapevole che fosse la sua ultima occasione per vincere, ha giocato da grande. Guardiola, quando era ancora giovane, disse: “Più la partita è importante, più Messi alza il livello”. Nelle altre edizioni i compagni aspettavano la giocata del 10, mentre in questo torneo, come possiamo vedere nel gol di Di Maria di ieri, hanno accompagnato alla grande le idee geniale della Pulce.

Quella di ieri, è stata la miglior finale dei mondiali di sempre?

Sono sempre restio alle etichette, soprattutto di questo genere. Tutti ricordano poco delle finali del passato come Germania Ovest-Ungheria del 1954, dove gli ungheresi erano in vantaggio per 0-2 e poi furono rimontati dai tedeschi per 3-2. Si può dire una delle migliori senza sbagliare.

Mbappé è il miglior marcatore delle finali dei mondiali ed è il secondo giocatore della storia a segnare una tripletta nella medesima partita. Dove può arrivare questo ragazzo?

Mbappé è lanciato verso una carriera che potrebbe farlo diventare il numero 1 di sempre. Per il mondiale giocato, meritava di alzare la Coppa e questo forse aumenta l’importanza della vittoria di Messi, avvenuta quasi fuori tempo per lui. Qualsiasi aggettivo per il francese è troppo poco. Rischia di vincere altri mondiali vista anche la forza della Francia, per sfortuna nostra. Ha davanti altri 2-3 mondiali da protagonista.

In questo mondiale ci sono state molte sorprese, con squadre meno gettonate che hanno avuto la meglio su nazionali top. Come se lo spiega?

Molti giocatori, ad esempio del Marocco, giocano in Europa e alcuni anche nei top club come Hakimi o Ziyech. Altri come Ounahi o Boufal probabilmente ci andranno a giocare. Con squadre del genere, come il Marocco ma anche come il Giappone, la differenza la fanno gli allenatori. Ad oggi il difficile è trovare al mondiale giocatori forti che giocano in patria, dato che gli osservatori, giustamente anche, arrivano prima delle televisioni.

Pensa che l’impresa del Marocco possa aiutare la crescita del calcio africano?

Direi più per i calciatori africani. Nel mondiale per club a vincere sono sempre gli europei o i sudamericani, ma bisognerebbe vedere senza la possibilità di far giocare gli stranieri. Il nuovo mondiale per club proposto da Infantino rischia di veder giocare agli ottavi solo squadre europee, oltre al fatto che per aggiungere competizioni con così tante partite andrebbero prima tagliate delle altre. Non si possono solo aggiungere partite.

Infantino ha dichiarato che questo è stato il miglior mondiale di sempre. Cosa ne pensa?

Bel mondiale, molto emotivo con partite decise nel finale o ai calci di rigore. I giocatori, giocando in questo periodo della stagione, sono più freschi e infatti è stato il torneo dei grandi campioni più che del gran gioco. In passato erano le nazionali a giocare il calcio migliore, mentre ad oggi sono i club come il Manchester City, che possono permettersi di comprare chiunque, a farlo. Penso che quest’anno abbiano tolto importanza ai club per favorire il mondiale, non sbagliando necessariamente.

Da Diego a Messi, si è chiuso un cerchio sia per l’Argentina che per Lionel?

Sì, adesso Messi per me vale Maradona. In campo lo vale già da qualche anno, ma gli mancava l’impresa con la nazionale per raggiungerlo come status. Adesso il cerchio di Messi è chiuso alla perfezione, senza quel minimo di saldatura che ha avuto fino a ieri. Molto curioso il fatto che 3 dei 5 giocatori che sono ritenuti i più forti di sempre (Messi, Maradona, Di Stefano, Cruijff e Pelè) siano argentini.

Con la vittoria della Coppa, Messi è il candidato numero 1 per il prossimo Pallone d’Oro?

Quest’anno verrà assegnato in estate e sicuramente a vincerlo sarà uno tra Messi e Mbappé. Ad oggi l’argentino è in vantaggio ma il discorso non è chiuso. Se il PSG dovesse vincere la Champions League con una grande competizione del francese, non sarei sorpreso se ottenesse anche il Pallone d’Oro. Sarebbe più giusto che i due campioni non giochino nella stessa squadra e si affrontino dando spettacolo come nella partita di ieri.

Secondo lei, ci sarà mai un Pallone d’Oro assegnato all’unanimità, in termini di voti, come il premio di MVP di Curry (cestista statunitense) del 2016?

La vedo molto difficile, quest’anno era complicato non votare Benzema ma qualcuno l’ha fatto. Penso che se anche ci fosse la votazione oggi, qualcuno giustamente voterebbe Mbappé ed il bello è anche questo.

Lei ha scritto molti libri, quale di questi l’ha toccata maggiormente?

Non saprei scegliere , ognuno mi ha lasciato qualcosa. Quando si scrive un libro ti rimane dentro, come un figlio. Sicuramente quello con Totti mi ha cambiato la vita, soprattutto in ambito economico. “Duellanti” lo ricordo con piacere dato che raccontai il dualismo tra Guardiola e Mourinho in Spagna. In “Porte Aperte”, raccontando degli stadi che ho visitato, mi sono emozionato ricordando tante cose che sono successe.

Ci tengo a sottolineare una cosa. Abbiamo scelto di fare 10 domande al sig. Condò, 10 come il numero di maglia di Messi e Mbappé, i due protagonisti del Mondiale in Qatar.

Fonti foto: LaPresse, SportinMedia

Davide Farina

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