Home Editoriali EriKaffè

EriKaffè

   Tempo di lettura 2 minuti

Questa settimana scelgo un’esultanza-protesta alla Roi, riproposta da Dybala in Champions contro lo Zenit. Il motivo? Scopritelo nella nuova rubrica, sintetica ed intensa come una pausa dal buon aroma

Il gomito sinistro a terra e la testa sul palmo della mano. Quando qualche giorno fa Paulo si è steso così abbiamo tutti pensato che l’omaggio fosse all’esultanza di Platini. Lui stesso confessa: “E’ un idolo. Volevo farlo già dopo averlo raggiunto contro l’Inter, ma non era il momento”. Il riferimento è a una delle proteste più famose di sempre: il gol segnato e non convalidato durante la finale di Coppa Intercontinentale del 1985 tra la Juventus e l’Argentinos Juniors. Dopo aver festeggiato Platini si accorse che l’arbitro aveva annullato il gol e allora decise di stendersi polemicamente in campo come avrebbe fatto su un divano o un letto, impotente a guardare una scelta insensata. La potenza iconica del gesto è dovuta non solo all’importanza della partita ma anche alla bellezza del gol unita alla difficoltà dell’azione: dopo una respinta della difesa e un tocco al volo di testa di Bonini, Platini controlla il pallone, supera un difensore avversario con un sombrero e s’inventa un tiro in diagonale di sinistro. In tutto questo la palla non aveva mai toccato terra. Azione aerea stroncata da una scelta “umana troppo umana”. Con la casacca bianconera Dybala ora è a quota 106 gol in 264 gare, Platini ne ha segnati 104 in 224. La Joya di essere sempre più leader alla Juve. La Joya di essere tra i più grandi di sempre. La Joya di volare agli ottavi. E ora testa e cuore alla serie A e ai  nemici viola, tre punti sopra in classifica, per un tentativo di disumana rimonta.

Fonte foto: Repubblica.it

Erika Eramo

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.